Mamma e papà si lasciano: come dirlo
Una piccola guida articolata in punti per aiutare i genitori a gestire la comunicazione con loro i figli in caso di separazione. Come dire che mamma e papà non stanno più insieme?
Ogni separazione comporta problemi specifici che dipendono dalle circostanze e dai singoli individui, ma la maggior parte dei genitori sarà sconvolta per la fine della relazione stessa. Certo alcuni potranno sentirsi sollevati, ma affrontare il processo di separazione è difficile per tutti. Oltre a dover affrontare il turbamento emotivo che comporta la fine di una relazione, i genitori devono fare anche i conti con le maggiori faccende domestiche, la cura quotidiana dei figli, la gestione dei propri genitori e dei suoceri e non per ultimo pensare a cosa provano i figli e a come si comportano.
Anche il genitore più premuroso può sentirsi troppo affaticato per affrontare con serenità il turbamento e le sofferenze dei figli. I figli inevitabilmente si ritrovano ad affrontare dei cambiamenti che creano scompiglio: la situazione economica cambia, si vive con un solo genitore, si hanno orari e giorni per vedere l’altro genitore e i nonni, i genitori sono sempre un po’ arrabbiati l’un con l’altro, stanchi, tristi e loro risentono dello scompiglio. Spesso tanti genitori non si lasciano per non affrontare questa fase, non vogliono dare un dispiacere ai figli e non vogliono sconvolgere le loro giovani vite.
Ma cosa fare quando la relazione è finita e non si ha più voglia di stare insieme? Come aiutarli? Come dire loro che mamma e papà si lasciano? Come mantenere un legame stretto anche dopo la separazione?
- Innanzitutto è meglio dire sempre la verità, senza cercare di costruire mezze verità come “il papà va fuori per lavoro”, “abbiamo litigato, ma poi tornerà a casa” che lasciano i bambini con un profondo sentimento di tradimento e di sfiducia nei confronti degli adulti. Ai bambini si dice la verità, ovviamente utilizzando un linguaggio appropriato, e possibilmente con la presenza di entrambi i genitori.
- Per quanto i genitori possano essere sconvolti, non vogliano assumersi la responsabilità della separazione, dovrebbero essere uniti nella fase della spiegazione ai figli e parlare loro serenamente mettendoli al primo posto.
- Le reazioni dei figli cambiano a seconda della fase evolutiva che stanno vivendo. Bambini della prima infanzia potranno capire poco dalle parole, ma non rimarranno indifferenti a dei genitori tristi o arrabbiati o ai comportamenti strani dei fratelli più grandi. I bambini più grandi potrebbero mettersi al centro chiedendo se sono loro la causa. Gli adolescenti potrebbero avere una loro idea precisa della situazione e sono più consapevoli delle implicazioni economiche e sociali che dovranno affrontare. Sarà quindi importante utilizzare un linguaggio adatto all’età dei figli, rassicurarli sul fatto che le difficoltà che stanno attraversando mamma e papà non sono colpa loro e dichiararsi aperti a riparlarne in qualsiasi momento e pronti a rispondere alle loro domande.
- Dire “non lo so” quando veramente è una risposta che non si ha. Non bisogna aver paura di non sapere tutto, è la prima volta anche per i genitori.
- Spiegare cosa accadrà. I bambini hanno bisogno di certezze, si rendono conto che la situazione sta cambiando e si preoccupano dell’effetto che avrà su di loro. I genitori potrebbero aver dato inizio al processo di separazione senza essersi accordati sui dettagli, in questo caso sarà necessario rassicurare i figli che mamma e papà continueranno ad occuparsi di loro e a voler loro bene.
Quindi essere consapevoli dei propri comportamenti e riflettere attentamente sui passi da compiere può consentire di far soffrire meno i figli in una fase così delicata della loro vita.
Dott.ssa Elena Carbone
Via Stendhal, 71 20144 Milano
Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, EMDR pratictioner
Per contattare la dott.ssa Elena Carbone
info@elenacarbone.it
Studio E. Carbone
Nel precedente articolo la dottoressa Elena Carbone aveva parlato della psicoterapia EMDR. Se volete rileggerlo il link è: EMDR, nuova frontiera della psicologia
Ringraziamo la dottoressa Elena Carbone per il contributo di oggi e vi diamo appuntamento a sabato 14 aprile.