Daniela Vitolo è al limite della sopravvivenza per una rara e gravissima allergia
Daniela Vitolo ha 29 anni e forse è tra le sue amate tele e pennelli che ha contratto una assurda allergia che le impedisce di vivere e l'ha condotta a pesare solo 30 chili. Chiede aiuto per il suo dramma ma non chiede niente che non le spetti di diritto
Daniela Vitolo è una ragazza di 29 anni, e fino a cinque anni fa era una giovane donna come tante, piena di aspettative per il futuro, le stesse che dopo aver contratto una malattia rara si sono spente per far posto al semplice e immenso desiderio di guarire. La malattia contratta forse proprio a causa della sua passione più grande le impedisce infatti di vivere.
Daniela è di Angri, in provincia di Salerno, e il suo dramma ha avuto inizio cinque anni fa quando sono iniziati i primi sintomi. Aveva da poco conseguito la laurea all’Accademia delle belle arti di Napoli, i suoi desideri stavano diventando realtà, voleva dipingere e ha iniziato a lavorare in un laboratorio artistico. Ma è proprio lì che un giorno Daniela è stata trovata svenuta, lì tra i suoi amati pennelli e le tele.
Analisi, anche invasive, pareri discordi tra medici, continue diagnosi ma mai niente di concreto. Fino a quando due anni fa si è scoperto che Daniela Vitolo ha contratto una malattia rara che impedisce al suo organismo di tollerare sostanze chimiche, probabile che tutto sia iniziato dall’incapacità di tollerare qualche agente chimico che si trovava in laboratorio.
Ma questo purtroppo era solo l’inizio perché la sofferenza per lei sembra non avere fine. Adesso pesa solo 30 chili e questo perché la sua malattia le impedisce di ingerire qualunque alimento. Suo padre, Antonio Vitolo, sottolinea che se prima Daniela tollerava almeno il riso, adesso si alimenta solo e soltanto con il latte materno di sua sorella che da poco ha dato alla luce un bimbo. Già impossibile sostenere tanto ma fino a quanto potrà riuscirci? Sua figlia peggiora giorno dopo giorno, colpita da continui attacchi.
Daniela con il caldo si era trasferita ad Acerno, isolata da tutti e tutto, ma con l’arrivo del freddo lì non starà più bene perché è allergica anche ai riscaldamenti.
La famiglia e lei stessa non chiedono una raccolta fondi ma il diritto a vivere, che la Regione riconosca la sua malattia come patologia invalidante per poter poi far fronte alle enormi spese. Chiedono l’aiuto di un medico specializzato perché la figlia, continua il signor Antono, è ai limiti della sopravvivenza.