Salute

Sigarette: arriva il packaging anti-fumo

Come convincere i giovani a non accendere mai (o mai più) una sigaretta? Le nuove strategie di comunicazione, promosse dagli esperti del respiro riuniti per la VI Conferenza Nazionale sulla BPCO, hanno pensato a un packaging Antifumo: l'idea è quella di dedicare l’80% della grafica presente sui pacchetti ai messaggi negativi e lasciare solo un 20% dello spazio alla marca della sigaretta, senza logo.

Fumare fa male alla salute, questo si sa. Nonostante però, nel 2011, tutti sono a conoscenza dei rischi che porta il fumo, quali cancro, infarti, ictus e così via, i giovani che iniziano ad accendere una sigaretta sono sempre di più. A fumare infatti, sembrano essere sempre di più i giovani. E allora come cercare di convincerli che il fumo fa davvero male? Il design attuale dei pacchetti di sigarette, quello con la marca, il packaging scelto dall’azienda e le scritte nel riquadro nero “il fumo uccide”, “il fumo provoca infarti o ictus” eccetera, sembra non funzionare. Ecco allora l’idea degli esperti del respiro, riuniti per la VI Conferenza Nazionale sulla BPCO: un packaging antifumo. Vediamo di cosa si tratta.Secondo gli esperti del respiro riuniti per la VI Conferenza Nazionale sulla BPCO «Quale futuro per i pazienti BPCO» organizzata dall’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, le nuove strategie di comunicazione possono essere: dedicare l’80% della grafica presente sui pacchetti ai messaggi negativi e lasciare solo un 20% dello spazio alla marca della sigaretta, senza logo. Basterebbe questo, forse, per convincere i giovani a non accendere mai (o mai più) una sigaretta. “Purtroppo la lotta contro le multinazionali è molto difficile – ha spiegato Stefano Centanni, presidente SIMER (Società italiana di medicina respiratoria) e Ordinario Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano – Ma se si riuscisse potrebbe essere una svolta: annullare un marchio commerciale potrebbe determinare disaffezione”. Chissà che basti davvero una grafica anti-fumo a far prendere coscienza ai giovani di alcune delle serie malattie che può procurare una “bionda”, come per esempio, la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) che è una malattia polmonare progressiva, solo parzialmente reversibile con opportuni trattamenti farmacologici. Il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta, ma anche quello di pipa, sigaro e di altri tipi di tabacco, e anche il fumo passivo contribuisce all’insorgenza della patologia. In Italia il fumo uccide oltre 70.000 persone ogni anno, di cui 30.000 solo per tumore al polmone. Nonostante le avvertenze sui pacchetti, 12 milioni di persone in Italia fumano circa 70 miliardi di sigarette l’anno.



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