Diabete, i vermi aiutano a combatterlo
Nuova cura per combattere gli effetti, a volte devastanti del diabete. Un trattamento che assomiglia quasi ad una tortura medievale, ma non lo è. L’applicazione di vermi su ferite dovute al diabete. Gli scienziati del Kaiser Hospital e della University of Hawaii di Honolulu, hanno sfruttato le caratteristiche della larve di Lucilia sericata (le larve […]
Nuova cura per combattere gli effetti, a volte devastanti del diabete. Un trattamento che assomiglia quasi ad una tortura medievale, ma non lo è. L’applicazione di vermi su ferite dovute al diabete. Gli scienziati del Kaiser Hospital e della University of Hawaii di Honolulu, hanno sfruttato le caratteristiche della larve di Lucilia sericata (le larve delle comune mosche), per guarire le ferite dovute a cattiva circolazione sanguigna negli arti e piaghe, aperte anche di 5 anni. Attualmente, la rimozione chirurgica dei tessuti infetti o morti rappresenta un trattamento spesso fallimentare. Gli scienziati hanno posizionato le larve, da 50 a 100, sulle ferite di 37 pazienti malati, per due giorni, bloccandoli con del nylon, in modo tale che non si potessero muovere e andare via. Poi le larve di questi vermi sono state rimosse e sistemate nuovamente, il tutto per cinque cicli. E’ risultato che le larve secernono nelle ferite delle sostanze che arrivano a liquefare i tessuti morti, e poi mangiano il materiale così degradato. Le ferite quindi sono pulite dai vermi, e in seguito, grazie ad altre secrezioni, si sviluppa un tessuto di granulazione, cioè un tipo di tessuto connettivo che si forma proprio durante la guarigione delle ferite. Su 37, questo trattamento ha funzionato su 21 pazienti, fino all’eradicazione dell’infezione e alla completa rimozione del tessuto morto. Cinque ferite erano infettate con il superbatterio MRSA, ma la terapia con le larve ha avuto successo lo stesso. Tutti i 10 casi di infezione da streptococco B sono stati ugualmente risolti con successo. Dopo l’insolito trattamento, i pazienti sono stati ulteriormente medicati con idrogel e hanno ricevuto innesti di tessuto. Considerando la diffusione del diabete nel mondo, malattia purtroppo ereditaria e spesso invalidante,che comporta problemi visivi che possono degenerare anche nella cecità, e cattiva circolazione del sangue che a volte comporta anche la parziale o totale amputazione degli arti inferiori, questa potrebbe davvero essere una scoperta rivoluzionaria.