Salute

Obesità, il formaggino nella pastina sarebbe una delle cause

Quasi una settimana fà, a Milano si è tenuto il Congresso della Società Italiana di Pediatria, che in collaborazione con la Società Preventiva di Pediatria e Sociale e del Ministero della Salute, hanno elencato i 10 consigli di prevenzione per la salute dei più piccoli. Nella lunga lista degli alimenti consigliati, a fare notizia pare […]

Quasi una settimana fà, a Milano si è tenuto il Congresso della Società Italiana di Pediatria, che in collaborazione con la Società Preventiva di Pediatria e Sociale e del Ministero della Salute, hanno elencato i 10 consigli di prevenzione per la salute dei più piccoli.

Nella lunga lista degli alimenti consigliati, a fare notizia pare che sia il formaggio parmigiano che viene messo al bando dagli esperti. Si tratterebbe di una vera e propria “rivoluzione culturale” se consideriamo che quasi tutte le “mamme italiane” hanno l’abitudine di mettere del formaggio nella pastina dei più piccoli, perchè “fà bene”. Per gli esperti invece, il parmigiano nella pastina dei più piccoli sarebbe una delle cause dell’ obesità, sopratutto se viene utilizzato nel primo anno di vita del bambino. Questa considerazione nasce dal fatto, che secondo gli esperti del Congresso, un eccesso di proteine durante i primi anni di vita, sarebbe una delle principali cause del fenomeno dell’ obesità.

Al bando dunque non viene messo solo il formaggio ma anche la carne e il prosciutto. Difatti secondo la classifica, nell’alimentazione dei più piccoli, sia il formaggio che la carne non dovrebbero superare i 30 grammi, mentre non si deve superare la quantità dei 20 grammi per il prosciutto. Questo consentirebbe di non incorrere in una dieta troppo proteica. Oltre a questo, al bando vengono anche messi il latte vaccino, perchè troppo ricco di proteine, e al contrario viene consigliato il latte della mamma anche in età scolare, in quanto secondo gli esperti ridurrebbe il rischio di obesità dal 16 al 28%.

I risultati mostrati al Congresso di Milano sono stati anche precedentemente avvalorati da una ulteriore ricerca condotta a livello europeo, la ricerca “Chop”.

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