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Libri più belli da leggere, La sfera del buio

Libri più da leggere  – Recensioni: La sfera del buio, La torre nera IV. Qualche tempo fa avevamo lasciato Roland, Jake, Eddie e Susannah – i quattro protagonisti della saga della Torre Nera – in guai molto grossi. Schiavi del locomotore androide Blaine, che si sta lanciando a grande velocità su un binario morto. Oggi […]

Libri più da leggere  – Recensioni: La sfera del buio, La torre nera IV.

Qualche tempo fa avevamo lasciato Roland, Jake, Eddie e Susannah – i quattro protagonisti della saga della Torre Nera – in guai molto grossi. Schiavi del locomotore androide Blaine, che si sta lanciando a grande velocità su un binario morto. Oggi parleremo ancora di questa bellissima epopea del genio del brivido Stephen King col quarto volume della serie dal titolo La Sfera del Buio, nella nostra edizione Sperling e Kupfer del 2003, un bel tomo di 654 pagine. A nostro avviso questo libro rispetto agli altri è quello che risente di più il genere western, a livello di trama, stile linguistico, descrizioni e caratteri. King ferma la narrazione del viaggio dei quattro compagni di ventura per raccontare buona parte della gioventù di Roland, dei suoi primi duelli, l’amore con Susan Delgado e en passante anche  di cosa accadde prima della caduta di Gilead. King ci butta ancora più dentro a quel “mondo andato avanti” che finora ci ha fatto assaggiare. Tradimenti, violenza, stregonerie e fatture sono la cornice di una vicenda legata al giovane Roland che alla fine ci farà rimanere male. Non sveliamo troppo. A questa considerazione aggiungiamo la presenza di arcane e misteriose sfere di cui veniamo messi a parte solo tardi, troppo tardi come classico dei libri di King. Un libro che impegna oltre quattrocento pagine di flashback, domande, dubbi e risposte sul passato triste e misterioso di Roland. Alla fine di questo lungo racconto, il viaggio può riprendere con la consapevolezza che forse non tutto è perduto e che quello che potremmo ottenere distruggendo la Torre Nera merita tutta la fatica del viaggio.

Gabriele Scardocci

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