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Libri da leggere, I pesci non chiudono gli occhi

Libri da leggere  – Recensioni: I pesci non chiudono gli occhi. Un libro da un titolo abbastanza curioso, che fra gli scaffali della nostra amata libreria sembra attirarci più degli altri. Snello, con i caratteri molto grandi e poche righe di introduzione. Non è un caso se poi scopriamo che è l’ultimo lavoro del prolifico […]

Libri da leggere  – Recensioni: I pesci non chiudono gli occhi.

Un libro da un titolo abbastanza curioso, che fra gli scaffali della nostra amata libreria sembra attirarci più degli altri. Snello, con i caratteri molto grandi e poche righe di introduzione. Non è un caso se poi scopriamo che è l’ultimo lavoro del prolifico scrittore napoletano Erri De Luca, dal titolo I pesci non chiudono gli occhi, editore Feltrinelli, 115 pagine uscite in questo settembre. Lo avevamo già incontrato in Le sante dello scandalo e in E disse, questa volta De Luca si concentra non più sulla cultura e la riflessione giudaico cristiana e le sue figure portanti. Stavolta tutto è concentrato su qualcosa di molto più intimo, personale e riservato. In prima persona, come suo solito stile, veniamo a conoscenza dei pensieri e le sensazioni di un bambino napoletano di dieci anni alle prese con lenza, esca e canna per pescare. Poi subito dopo ci rendiamo conto che è qualcun altro che ce lo sta raccontando: un non definito cinquantenne ricorda ciò che era da bambino. Tema centrale è dunque l’infanzia, l’infanzia di un provetto pescatore bambino alle prese con il mondo. E’ la storia dello stesso Erri De Luca che, col papà emigrato lontano, si scopre sin da subito amante dei libri da adulti, piuttosto che di giornalini e riviste per bambini. Per questo viene trascurato dai suoi coetanei, coi quali, tra l’altro non nutre ottime relazioni. I libri sono il porto col quale il piccolo bambino può iniziare il suo viaggio nel mondo dei grandi. Il processo di scoperta di sé stessi nella maturazione è ottimamente descritto. Un po’ autobiografia, un po’ romanzo (breve) di formazione. Da provare.

Gabriele Scardocci

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