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Libri da leggere, Dove eravate tutti: il nuovo libro di Paolo Di Paolo

Libri da leggere  – Recensioni: Dove eravate tutti. Cominciano a uscire i primi libri nuovi che infiammeranno il nostro autunno malinconico e il freddo glaciale inverno. Si attendono ritorni di personaggi e nuovi testi di autori best seller. Oggi invece trattiamo di un autore giovane, della nostra generazione di quelli nati agli inizi degli anni […]

Libri da leggere  – Recensioni: Dove eravate tutti.

Cominciano a uscire i primi libri nuovi che infiammeranno il nostro autunno malinconico e il freddo glaciale inverno. Si attendono ritorni di personaggi e nuovi testi di autori best seller. Oggi invece trattiamo di un autore giovane, della nostra generazione di quelli nati agli inizi degli anni ’80 che proprio in questi giorni di settembre ha rilasciato il suo ultimo lavoro. Ci riferiamo  a Paolo Di Paolo con Dove eravate tutti, editore Feltrinelli, 219 pagine. Di Paolo ha già all’attivo una serie di opere di letteratura e teatro e diverse altre collaborazioni. La storia che presenta ai suoi lettori è per metà malinconica e per metà speranzosa. Il declino sociale e morale della nostra società – a partire dall’Italia per coinvolgere il mondo – è vista dagli occhi del giovane Italo Tramontana che ricorda gli eventi del passato, tra cui l’attentato alle Torri Gemelle, la guerra In Iraq e l’amministrazione Bush e Obama. Buona parte della riflessione di Italo poi si sposta su un fatto di cronaca: suo padre Mario, per misteriose motivazioni, investe volontariamente due suoi ex studenti. Per ammissione di Di Di Paolo l’episodio trae spunto da un episodio di cronaca realmente avvenuto. Tutto il libro comunque ci sembra un continuo richiamo a questo degrado incessante. Con l’innovazione e la voglia di rompere la passività di un ventenne, Italo, nell’ultima parte del volume ci spingiamo alla fuga fuori Italia, a Berlino, come unica panacea dell’accidia morale. Non andiamo oltre. Certamente però questa è una lettura che sa scrollarci di dosso il peso di un’abitudinaria noia e immobilità. Da leggere.

Gabriele Scardocci

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