Libri da leggere, Messaggio per un’aquila che si crede un pollo-Anthony De Mello
Libri da leggere – Recensioni: Messaggio per un’aquila che si crede un pollo Messaggio per un’aquila che si crede un pollo è un bestseller che tratta la spiritualità e il pensiero positivo. E’ stato scritto da Anthony De Mello, padre gesuita nato a Bombay, in India, nel 1931 e morto nel 1987 a New York, […]
Libri da leggere – Recensioni: Messaggio per un’aquila che si crede un pollo
Messaggio per un’aquila che si crede un pollo è un bestseller che tratta la spiritualità e il pensiero positivo. E’ stato scritto da Anthony De Mello, padre gesuita nato a Bombay, in India, nel 1931 e morto nel 1987 a New York, durante una delle sue tante conferenze. Nel testo lo scrittore ricorda che «la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti», mentre ce ne stiamo addormentati aspettando che qualcosa succeda.
Un accorato grido è presente in molte pagine: «Svegliatevi!». Anthony De Mello descrive la maggior parte degli uomini come addormentati: ci affanniamo per cose che non contano assolutamente nulla e perdiamo di vista ciò che è veramente importante per noi. Preferiamo prenderci in giro, piuttosto che dirci la verità.
Con grande senso umorismo e tanta semplicità, tra parabole indiane, battute, aneddoti curiosi divertenti, De Mello ci invita ad aprire gli occhi, a cacciare le tante etichette che gli altri ci affibbiano e dietro cui noi stessi talvolta ci nascondiamo perché così ci fa comodo. Il gesuita vuole che ciascuno prenda in mano la propria vita. Tutto ciò è possibile tramite la “consapevolezza”. Il libro contiene anche diversi esercizi che possono aiutare il lettore ad aumentare e migliorare la sua spiritualità.
Scrive De Mello, in uno dei tanti passaggi molto significativi del Messaggio: “La prima cosa che voglio capiate, se davvero intendete svegliarvi, è che non volete svegliarvi. Il primo passo verso il risveglio è essere sufficientemente sinceri da ammettere di fronte a se stessi che non è piacevole… noi non desideriamo essere felici. Vogliamo altre cose. O meglio: noi non vogliamo essere felici incondizionatamente. Sono pronto a essere felice a condizione che abbia questo e questo e quest’altro.
Ma ciò equivale a dire al nostro amico o al nostro Dio o a chiunque: “Tu sei la mia felicità. Se non ho te, rifiuto di essere felice”.
E’ davvero importante capire questo meccanismo.
Non riusciamo a immaginare di essere felici a prescindere da tali condizioni. E’ esattamente così.
Non riusciamo a concepire di poter essere felici senza di esse. Ci è stato insegnato a situare in esse la nostra felicità.
Dunque, questa è la prima cosa da fare se vogliamo svegliarci, il che equivale a dire: se vogliamo amare, se vogliamo la libertà, se vogliamo la gioia, la pace e la spiritualità.
In questo senso, la spiritualità è la cosa più pratica di questo mondo”.