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Libri da leggere 2011, Costruire il nemico di Umberto Eco

Libri da leggere 2011 – Recensioni Costruire il nemico – e altri scritti occasionali. Ci aveva da poco lasciato con le cupe e ombrose strade boeme, una storia da tenere incollato il lettore alla poltrona riga dopo riga, Il Cimitero di Praga ha segnato un altro punto importante per l’opera letteraria di Umberto Eco. Ora […]

Libri da leggere 2011 – Recensioni

Costruire il nemico – e altri scritti occasionali.

Ci aveva da poco lasciato con le cupe e ombrose strade boeme, una storia da tenere incollato il lettore alla poltrona riga dopo riga, Il Cimitero di Praga ha segnato un altro punto importante per l’opera letteraria di Umberto Eco. Ora lo scrittore torna a uno dei suoi primi amori, la saggistica, con il bel volume di 334 pagine Costruire il nemico – e altri scritti occasionali. Edito per la collana Saggi Bompiani, il testo è composto di sedici saggi: effettivamente il titolo d’origine doveva essere solamente “Saggi occasionali” o qualcosa di simile. Ma per volontà dell’editore è stato immesso nel titolo il titolo del saggio che apre la raccolta, nonché a nostro avviso il saggio più profondo e importante. Partendo da una chiacchierata in taxi, episodio che per molti aspetti ricordano un po’ un episodio pirandelliano, Eco si sofferma sulla figura concettuale del nemico. Gli italiani, come i pachistani, gli americani e tanti popoli della terra, hanno dei nemici? Per nemico poi cosa si deve intendere? Citando fonti storiche, letterarie e religiose Eco descrive il nemico come un ente mostruoso, puzzolente e per molti versi con le fattezze femminili o della strega. Il Nemico altri non è che un’invenzione umana, non un concetto o un’idea insita nei tessuti socio politici, è uno strumento utilissimo per riconoscere la propria identità (differenziandosi da esso) e al contempo per permettere alla classe che esercita il potere di rinsaldare le proprie certezze di dominio:  è nel combattere quel Nemico brutto e puzzolente che il Potere si fa più forte. Una denuncia a metà fra filosofico e sociale, che ci mette in guardia da qualsiasi veloce ideologizzazione; non solo quella in positivo – esempio, l’Eroe – ma anche quella in negativo.

Gabriele Scardocci

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