Libri da leggere 2011, Le Beatrici
Libri da leggere 2011 – Recensioni Le Beatrici Feltrinelli editore, 2011. Dopo l’ottimo Pane e Tempesta Stefano Benni torna con un testo – metà monologo, metà racconto in una miscela accattivante – dedicato alle donne: Le Beatrici. In origine vero e proprio spettacolo teatrale, ci informa l’autore, il contenuto è stato poi rivisto e adattato a […]
Libri da leggere 2011 – Recensioni
Le Beatrici
Feltrinelli editore, 2011. Dopo l’ottimo Pane e Tempesta Stefano Benni torna con un testo – metà monologo, metà racconto in una miscela accattivante – dedicato alle donne: Le Beatrici. In origine vero e proprio spettacolo teatrale, ci informa l’autore, il contenuto è stato poi rivisto e adattato a libro. A tenere banco sono otto donne, otto linguaggi simili – in pieno stile benniano ritroviamo tante sperimentazioni linguistiche – una adolescente, una presidentessa senza cuore, una donna beckettianamente in attesa, due anziane, una esotica licantropa, quindi Beatrice e Suor Filomena.
La trama – Il monologo di Beatrice che apre il libro, l’angelicata Beatrice Portinari tanto amata da Dante, è dissacrante nei confronti del Sommo Poeta – per l’occasione chiamato “il Canappione” – perché ci avverte la donna << tanto gentile e tanto onesta pare>> ma se pare, allora sembra. Benni si concentra invece non sul sembra, ma su come Beatrice è realmente: una donna come tutte le altre nel Medio Evo da un lato, critica e istrionica da un altro, che parla di politica, guelfi e ghibellini, giudica quei tanto bravi cristiani sempre a messa e subito dopo nei bordelli. Beatrice si fa voce critica, spesso bisbigliante, del proprio tempo: un tempo che per tantissimi aspetti è molto simile a quello in cui viviamo noi.
C’è poi la povera, posseduta e ossessa Suor Filomena, figura forse troppo caricata ed esageratamente sboccata, che però ha la capacità di mostrarci l’umanità e la semplicità delle suore nel “convento del vento”. Conclusione del libro con Quello che non voglio un testo che doveva essere musicato da De Andrè, ma poi, ci dice sempre Benni, non se ne fece nulla. Il succo del libro, fra risate, gag e momenti di delirio, sta proprio nella fase che ritorna dal ritornello del testo che tutte le Beatrici qui parlanti urlano alla società contemporanea: loro non vogliono apparire ma “non far altro che vivere”.
Gabriele Scardocci
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