Patatine fritte generano ansia e depressione? Lo studio
Un altro studio sulle patatine fritte e nuovi effetti collaterali: si parla anche di ansia e depressione
I cibi fritti, in particolare le patatine fritte, sono stati a lungo associati a gravi malattie cardiache, tumori, obesità, ipertensione o ictus, ma ora sembrano esserci anche l’ansia e la depressione tra i rischi per la salute che possono causare. Uno studio condotto dall’Università di medicina cinese Zhejiang ha esaminato una popolazione di oltre 140.000 individui, utilizzando i dati sanitari della Biobank del Regno Unito e ha scoperto che mangiare cibi fritti può causare una grave infiammazione cerebrale, alterare il metabolismo dei grassi e aumentare del 12% il rischio di ansia e del 7% quello per la depressione.
Nuovo effetto collaterale delle patatine fritte
Non si tratta di un rapporto causa-effetto ma di una correlazione, ma i dati pubblicati sulla rivista scientifica Pnas suggeriscono che limitare questi alimenti nella nostra dieta potrebbe essere una scelta salutare. Secondo i ricercatori cinesi, l‘acrilamide, una sostanza tossica prodotta in eccesso durante il processo di frittura, sarebbe il responsabile dell’alterazione del metabolismo dei grassi nel cervello, in particolare dei fosfolipidi e degli sfingolipidi, il cui ruolo è fondamentale nell’insorgenza dell’ansia tanto quanto della depressione. Inoltre, l’acrilamide promuoverebbe la perossidazione lipidica e lo stress ossidativo, favorendo la neuroinfiammazione cerebrale.
I dati sono stati ulteriormente verificati in uno studio sperimentale su pesci zebra, utilizzati come modello genetico per indagare diverse patologie umane. L’esposizione a lungo termine a questa sostanza aveva peggiorato i comportamenti ansiosi e depressivi come la tendenza a evitare la luce.
Il rischio di sviluppare ansia e depressione sarebbe più marcato tra i maschi, in particolare tra i giovani. Questo studio fornisce un altro segnale importante per ribadire il concetto che i cibi fritti non fanno bene alla nostra salute. Limitare il consumo di alimenti fritti potrebbe essere una scelta salutare per prevenire gravi conseguenze sulla salute, inclusi problemi mentali come ansia e depressione.
I dati sono stati ulteriormente poi verificati in uno sperimentale su pesci zebra, usati come modello genetico per indagare diverse patologie umane. L’esposizione a lungo termine a questa sostanza aveva peggiorato i comportamenti ansiosi e depressivi come la tendenza a evitare la luce.
Un altro segnale, insomma, per ribadire il concetto: i cibi fritti non fanno poi così bene alla nostra salute.
Fonte | “High fried food consumption impacts anxiety and depression due to lipid metabolism disturbance and neuroinflammation” pubblicata il 24 aprile sulla rivista Pnas
Che cos’è l’acrilamide
L’acrilamide è una sostanza chimica che si forma naturalmente durante la cottura ad alta temperatura di alcuni alimenti ricchi di amido, come patate fritte, pane tostato e caffè. In particolare, l’acrilamide si forma quando gli zuccheri riducenti e gli aminoacidi presenti negli alimenti vengono riscaldati insieme a temperature superiori a 120°C, attraverso una reazione chiamata reazione di Maillard.
L’acrilamide è stata classificata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come “probabilmente cancerogena per l’uomo” sulla base di studi sui ratti e sui topi.
L’esposizione all’acrilamide attraverso l’alimentazione è stata associata a un aumento del rischio di sviluppare tumori al colon, al rene e al pancreas, sebbene la quantità di acrilamide assunta tramite l’alimentazione sia generalmente considerata troppo bassa per causare il cancro negli esseri umani.