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Tumore tiroide: le diagnosi sono inutili e metterebbero a rischio la salute dei pazienti

Tumore tiroide: le diagnosi sono inutili e metterebbero a rischio la salute dei pazienti. Le ultime news

Uno studio dell’Iarc (International Agency of Research on Cancer) e del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano pubblicata sul “New England Journal of Medicine” afferma che fino al 90% delle diagnosi di cancro alla tiroide sono inutili. Sembrerebbe che queste diagnosi portano spesso a terapie inutili e rischiose per i pazienti stessi. I ricercatori hanno usato di dati provenienti da 12 paesi, Italia compresa, ed hanno osservato che le sovradiagnosi di tumore nelle donne oscillano attorno al 70-80% in Australia, Francia, Italia e USA, al 50% in Giappone e al 90% nella Corea del Sud. Per quanto riguarda gli uomini le percentuali di diagnosi “inutili” sono leggermente più basse: 70% in Italia, Francia e Corea, 45% in USA e Australia e meno del 25% in tutti gli altri paesi.LEGGI QUI LE ULTIME NEWS SULLE SCOPERTE NELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO
Insomma i dati parlano chiaro: 470mila donna e 90mila uomini hanno avuto diagnosi inutili. Una delle autrici dello studio, Silvia Franceschi, ha sottolineato che queste sovradiagnosi “portano ad una tiroidectomia totale e spesso anche ad altri trattamenti pericolosi, come radioterapia e dissezione del linfonodo del collo senza benefici provati in termini di sopravvivenza”. L’Iacr infatti sconsiglia screening a tappeto sul tumore alla tiroide e di valutare accuratamente ogni tipo di trattamento invasivo.
Il professor Luigi Cognetti, direttore dell’Oncologia Media dell’Istituto Tumori Regina Elena di Roma ritiene lo studio molto importante perché dimostra che “molti malati vengono curati con terapie radicali per tumori che non si sarebbero mai sviluppati, non avrebbero mai avuto un’evoluzione clinica”.
Lo stesso fenomeno è stato rilevato nel caso del tumore alla prostata. E il professor Cognetti non ha dubbi, questi sono casi in cui non sarebbe necessario intervenire chirurgicamente.
Gli interventi sono comunque complessi e possono avere conseguenze per la salute del paziente. Inoltre asportando la tiroide si corre il rischio di provocare una “lesione del nervo collegato alle corde vocali”.
Per cercare di bloccare il dilagare di queste terapie inutili sarebbe necessario eseguire diagnosi molto più precise. Ad esempio, come riferisce il professor Cognetti è possibile affiancare all’ecografia delle analisi in modo da individuare i geni e le proteine collegati all’evoluzione della malattia per capire se un paziente debba essere sottoposto o meno ai trattamenti.



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