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In base al mese di nascita la predisposizione ad essere allergici

Uno studio effettuato alla University of Southampton è emerso che chi nasce in inverno o in autunno ha più probabilità di sviluppare allergie

L’allergia sembra essere proprio arrivata per tutti quest’anno in anticipo, chi più chi meno tutti chiediamo aiuto all’antistaminico. Per chi ne soffre, questo non è certo il periodo migliore dell’anno. Secondo un nuovo studio, la colpa dell’allergia dipenderebbe dalla stagione di nascita. Sembrerebbe che ci sia un collegamento tra la stagione di nascita e l’allergia. Chi è nato in autunno o in inverno, ad esempio, sarebbe più predisposto rispetto a chi, invece, è nato in primavera o in estate. A dirlo è una ricerca pubblicata sull’European Journal of Allergy and Clinical Immunology. I ricercatori hanno studiato i marchi epigenetici di 367 volontari di 18 anni e hanno notato, per la prima volta, che la stagione di nascita lascia una specie di “impronta” nel DNA, in grado di influenzare la predisposizione o meno alle allergie.

Spesso ci chiediamo da dove nascono queste allergie e come mai all’improvviso si scatenino nel nostro organismo. Ed ecco che la scienza viene in aiuto alle nostre domande. Secondo alcuni i motivi scatenanti, possono dipendere dalle variazioni di luce solare nelle varie stagioni (che hanno un impatto sui livelli di vitamina D nel corpo), secondo altri è da attribuirsi alla presenza di allergeni nell’ambiente, come il polline, o alla dieta della madre (che sarà più portata a mangiare determinata frutta e verdura nelle varie stagioni).

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Per gli studiosi della University of Southampton, una risposta potrebbe essere fornita dal DNA. Come si legge sul sito “The Conversation”, “il genoma non cambia a seconda della stagione in cui sei nato: i marchi epigenetici però influenzano l’espressione del gene, ossia il processo attraverso cui l’informazione contenuta in un gene viene convertita in una macromolecola funzionale (solitamente una proteina). “Non ce la sentiamo di consigliare alle donne di rimanere incinte in un periodo dell’anno piuttosto che in un altro – scrive l’autrice dello studio, Gabrielle A Lockett – ma se riuscissimo a capire esattamente perché una determinata stagione dà luogo a questi effetti potremmo intervenire per ridurre il rischio di allergie nei più piccoli”.



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