Latte di soia non sempre fa bene: ecco quando non si deve bere
Latte di soia, si tende apensare che faccia sempre bene ma non è così. Ecco i casi in cui non si dovrebbe bere e le persone alle quali è sconsigliato in grandi quantità
Il latte di soia è considerato l’alternativa sana e più leggera al latte di mucca. Promosso da vegetariani e vegani essendo una bevanda di origine vegetale (si ottiene infatti dalla pianta della soia) e da chi ha intolleranze ai latticini. Ma fa così bene? Non sempre. Non bisogna sottovalutare alcune indicazioni che spingono a sconsigliare il latte di soia nella dieta di alcune persone. Come ogni alimento infatti non può essere indicato per tutti.
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Dal punto di vista nutrizionale il latte di soia contiene proteine e grassi in quantità simili al latte di mucca: ha però una percentuale inferiore di vitamine e non contiene calcio. I produttori però, per renderlo sempre più simile al latte tradizionale, hanno iniziato a modificarlo aggiungendo vitamine e aromatizzando il liquido per renderlo più dolce. Precisiamo quindi in primo luogo che chi ha problemi di glicemia non dovrebbe assumere questo tipo di latte dolcificato. La lectina di soia aiuta ad abbassare il colesterolo cattivo LDL. Ma bisogna tenere a mente che il latte di soia contiene anche fitoestrogeni: chi assume integratori ormonali femminili dovrebbe quindi prestare attenzione per non superare la dose massima consigliata. La diatriba sul collegamento tra latte di soia e rischio di tumore al seno è ancora aperta sul terreno medico, così come quella relativa al calo di desiderio maschile.
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Dati statistici sembrano smentire questa teoria, soprattutto se si allarga l’analisi anche ai Paesi asiatici, tra i più grandi consumatori di soia (ma in questo caso entrerebbero in gioco altri parametri da considerare). Peraltro esistono anche persone che possono essere allergiche alla soia: i casi non sono così rari come si potrebbe pensare. Va da sé che in questi casi il latte di soia non può essere assunto. Infine nel latte di soia è contenuto acido fitico che diminuisce l’assorbimento di ferro, calcio e magnesio.
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