La mano bionica che parla al cervello
A Dennis le era stata amputata la mano a causa di un petardo. Adesso può di nuovo sentire gli oggetti grazie alla mano bionica
Ciò che prima sarebbe stato considerato come solo una fantascienza, adesso può benissimo chiamarsi realtà. Stiamo parlando della storia di Dennis Aabo Sorensen, 36enne, al quale è stata impiantata una mano artificiale che sente tutto ciò che tocca. Con la sua mano bionica, infatti, Dennis è in grado di dosare la sua forza e trasmettere le sensazioni provate al cervello. Si tratta della prima mano bionica al mondo, ed è stata trapiantata in Italia. E’ stato un vero e proprio intervento delicato che si è tenuto il 26 gennaio 2013 al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma a opera del neurochirurgo Eduardo Marcos Fernandez. Ha subito circa 8 ore di intervento in cui i medici hanno cercato di creare delle sinapsi tra le fibre nervose e i sensori dell’arto indossabile. Nessun’altra protesi prima ha mai ottenuto gli stessi risultati, ovvero quelli di rispondere agli impulsi del cervello. La mano bionica, inoltre, permette a Dennis di “sentire” e “riconoscere” le forme degli oggetti. Il prototipo di mano bionica si chiama LifeHand2, e non è altro che il proseguire del progetto di ricerca che 5 anni fa aveva portato alla prima protesi in grado di rispondere agli impulsi del cervello.
Al progetto hanno partecipato medici e bioingegneri dell’università Cattolica-Policlinico Gemelli e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Istituto San Raffaele di Roma. Hanno contribuito alla ricerca anche l’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e l’Istituto Imtek dell’università di Friburgo.Insomma, un progetto, si può dire, quasi del tutto “all’italiana”. A Dennis era stata amputata la mano sinistra nel capodanno 2004, a causa di un petardo. Da allora, l’uomo ha avuto la forza di ricominciare e dopo una serie di test psicologici è giunto a Roma per fronteggiare la fase sperimentale di LifeHand 2, finanziato da Ue e ministero della Salute italiano. Adesso Dennis può finalmente raccontare la sua esperienza, felice di avere di nuovo una mano: “Il feedback sensoriale è stata un’esperienza stupenda. Tornare a sentire e riconoscere gli oggetti, capire se sono duri o morbidi è stato incredibile“.