Come nasce l’ansia: scoperto il meccanismo che la scatena
Chi di voi non ha mai provato ansia, a volte anche senza un apparente motivo? Una nuova ricerca ha dato una spiegazione scientifica all'ansia
L’ansia è la malattia del nuovo millennio: ma come nasce questo stato d’animo che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita? Scoprirlo sarebbe utile per prevenirlo e combatterlo evitando l’insorgere di attacchi di panico. Ebbene, alcuni studiosi sono riusciti a capire da dove si origina questo stato.
Nello specifico è stato individuato un circuito neuronale che collega il setto laterale del cervello con altre aree cerebrali che influiscono sullo stato d’ansia. A capo dello studio c’è il professore di biologia al California Institute of Technology David Anderson il quale ha evidenziato l’importanza di capire l’origine dell’ansia per poter predisporre farmaci mirati alla cura di questo disturbo.
La tecnica alla base dello studio dalle potenzialità rivoluzionare è la c.d Optogenetica: tramite la luce è stato possibile indagare cosa succede all’interno dei circuiti neuronali di alcuni animali. In particolare è stato dimostrato che, attivando in maniera artificiale alcuni specifici neuroni nel setto laterale (LS) dei topi, le cavie erano soggette a stati ansiosi. Basta un’attivazione breve per determinare ansia per circa mezz’ora. La cosa strana è che i suddetti neuroni sono in realtà della categoria degli inibitori: normalmente quindi ci sarebbe aspettati un effetto rilassante che frenasse l’ansia. La spiegazione è che questi neuroni agiscono con proprietà inibitorie ma sull’ ipotalamo. Tra i vari ormoni rilasciati in questa area specifica del cervello c’è anche il cortisolo che serve a contrastare lo stress, ed è questo che è fortemente implicato con l’ansia. La conclusione quindi è che l’attivazione dei neuroni inibitori LS determina ansia e stress. I tempi non sono brevi. Perché da questa ricerca si arrivi ad una terapia mirata mancano almeno dieci anni.
Ma non si può negare che la ricerca costituisca un passo avanti nell’approccio a nuovi farmaci psichiatrici. La ricerca in questo campo negli ultimi 40 o 50 anni ha fatto pochissimi passa avanti proprio perché il funzionamento del cervello resta per larga parte un mistero.