La Coca-Cola Light fa più male? Ecco gli effetti dannosi
Ecco gli effetti dannosi sull'organismo causati dalla Coca-Cola Light e dagli ingredienti che questa bevanda gassata contiene
Che la Coca-Cola faccia male è cosa nota, ma anche la Coca-Cola Light? Secondo quanto reso noto dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), non esistono rischi, almeno fino a che il quantitativo di aspartame assunto – dolcificante spesso sotto accusa, utilizzato nella Coca-Cola Light al posto dello zucchero – non superi i 40 milligrammi per chilo di peso corporeo.
Ovviamente, non è possibile quantificare l’aspartame assunto quando si beve un bicchiere o una lattina di Coca-Cola fuori a cena e la cosa migliore sarebbe, naturalmente, quella di evitare del tutto di assumerla o, quantomeno, quella di diminuirne di molto il consumo per evitare problemi di salute anche gravi con l’andare del tempo; rinunce, però, che non tutti sono disposti a fare. L’aspartame, inoltre, è ben noto già da diversi anni per essere stato più volte accusato di essere cancerogeno.
Sian Porter – portavoce della British Dietetic Association – ha reso noto il proprio parere sia contro l’aspartame che contro l’acesulfame potassico – sostanze entrambe presenti nella Coca-Cola Light – i quali sarebbero la causa di un’accelerazione del processo di invecchiamento dovuto alla capacità dei dolcificanti di compromettere il metabolismo. Anche l’acido fosforico impiegato per le bollicine sarebbe sotto accusa, in quanto responsabile di problemi cutanei, come una comparsa prematura delle rughe e della disidratazione della pelle.
Infine, la Coca-Cola accentuerebbe il presentarsi di problemi come diabete, obesità, ipertensione, disturbi alle ossa e via dicendo, sempre a causa degli ingredienti contenuti al suo interno. La dimostrazione dei danni che possano causare le bevande gassate del genere sta nel fatto che, in alcuni paesi, la vendita di tale prodotti è addirittura limitata: pare, infatti, che in Inghilterra la Coca-Cola Light non sia vendibile ai minori di 12 anni, mentre per i minori di 16 anni occorre il consenso dei propri genitori.