Reality e Talent

Ivan Cattaneo in lacrime a Verissimo: l’incubo dell’ospedale psichiatrico

Nella puntata di Verissimo in onda il 24 novembre 2018 una intervista molto forte a Ivan Cattaneo che parla del suo periodo più brutto nell'ospedale psichiatrico

Ultimo eliminato dalla casa del Grande Fratello Vip: Ivan Cattaneo sabato pomeriggio sarà ospite di Verissimo. Nel salotto di Silvia Toffanin, il concorrente del Grande Fratello parlerà del reality ma anche della sua vita privata e del passato. In particolare, si commuoverà raccontando un periodo buio e difficile della sua vita, del quale aveva già accennato anche nel periodo della “reclusione” nella casa di Cinecittà.  Ai suoi compagni di viaggio Ivan aveva parlato del periodo più difficile della sua vita, quello dell’adolescenza, durante il quale aveva capito di essere gay. Nel periodo storico in cui è vissuto Cattaneo, l’omosessualità era vista come una malattia e purtroppo, anche la sua famiglia, si fece trascinare sulla strada sbagliata.

IVAN CATTANEO A VERISSIMO: LE LACRIME PARLANDO DEL PERIODO IN UN OSPEDALE PSICHIATRICO 

Ivan non riesce a trattenere le lacrime e racconta la sua vita: 

“A 13 anni mi ero innamorato di un ragazzo, ma all’epoca avevo letto sui giornali che questi omosessuali, definiti ‘mostri’, per innamorarsi e curare la loro imperfezione, dovevano diventare donne. Quindi, per avere questo ragazzo pensavo di dover diventare una donna, anche se non lo volevo, e sono andato a dirlo a mia mamma. Lei mi ha portato da un dottore e gli ha detto che ero omosessuale. Purtroppo si è fidata di questo dottore e così mi hanno mandato in un ospedale psichiatrico, dove mi facevano dormire in continuazione e mi sedavano e basta. A un certo punto, quindi, ho capito che dovevo difendermi dal mondo perché nessuno mi avrebbe mai aiutato e ho deciso di dire che ero guarito, che stavo benissimo e non ho più affrontato il problema”.

IVAN CATTANEO PARLA DEL SUO PASSATO A VERISSIMO: AVEVA PENSATO DI DIVENTARE PRETE

Per un ragazzo come lui, capire quale fosse la strada giusta da percorrere non era cosa semplice, soprattutto perchè viveva in una famiglia troppo povera per pensare a qualcosa di diverso: 

“In seminario sono entrato nel 1965. Mi sarebbe piaciuto diventare prete, più che altro era l’unica possibilità, non vedevo altre vie e poi i miei erano molto poveri e in seminario si poteva spendere di meno per tenere i ragazzi in collegio. Sono stato lì ma piangevo e non stavo bene: mi hanno mandato in seminario per non farmi avere nessun contatto col mondo. È stata una grande sofferenza, anche perché allora non si parlava tranquillamente di gay, di sessualità, di femminismo. Dopo il 1968 è cambiato tutto e, probabilmente, anche grazie a me. La mia diversità che era condannata e buttata lì nella spazzatura è servita ed è diventata esempio di una strada nuova”.

L’intervista completa andrà in onda nella puntata di sabato 24 novembre 2018 su Canale 5. 



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