Reality e Talent

Il collegio di Rai2 e l’occasione sprecata per mostrare davvero disciplina ed educazione

Il collegio di Rai2 e l'occasione sprecata per mostrare davvero disciplina ed educazione. Ecco la nostra recensione dopo la prima puntata

C’era molta attesa per il docu reality di Rai2 che avrebbe dovuto mostrarci come sono oggi i ragazzi adolescenti e come potevano pensare di vivere con le regole degli anni ’60. Peccato che queste regole non ci siano state e Il collegio sia diventato solo un altro reality in stile Real Time da mandare in onda su una rete che cerca di ammiccare al pubblico più giocane. Un mix tra Sedici anni e incinta, il Boss delle cerimonie, i pre diciottesimi vari ed eventuali e la narrazione che non si discosta molto da altri programmi, ottimi, della Rai come Pechino Express. Peccato però che il Collegio, a differenza di altri show, non porti a casa la sua mission. In primis perchè sa di finto: dalla scelta dei ragazzi, pensate che tra di loro ci sono anche giovani attori in erba, a quella dello spaccato da mostrare. Regole, disciplina, educazione: dove finiscono di fronte a ragazzini trovati a flirtare in camera delle donne? Probabilmente se fosse davvero successo in un collegio, non avrebbero mangiato per giorni, e invece nel caso del programma di Rai2, molte di queste occasioni finiscono semplicemente a tarallucci e vino con le figure dei sorveglianti che passano quasi per macchiette, come se fossero loro le persone sbagliate. Gli alunni del collegio diventano quasi protagonisti buoni si questa storia, i piccolo fiammiferai di turno ma in realtà sono ben più spietati di quello che immaginiamo. A poco interessa l’affetto, la lontananza dai genitori, quello che conta è la piastra. E’ stato un pò questo il messaggio che è passato anche se immaginiamo che nella vita di tutti i giorni per questi ragazzi ci sia ben altro, o almeno lo speriamo per loro.

A rendere tutto ancor più inverosimile la differenza di trattamento per i vari ragazzi: ad esempio di fronte al cambio look alcune adolescenti sono state private dei loro capelli con tagli improbabili mentre altre hanno persino potuto portare capelli arancioni tinti. E che dire dei maschi: per alcuni il ciuffo è concesso, per altri no. 

Quello che invece purtroppo arriva a casa, scelta narrativa a parte, è una tristezza infinita. Non per i protagonisti, non per il Collegio ma per come oggi la scuola è ridotta. Ci rendiamo conto che negli anni ’60 c’erano le piscine, le palestre, si pensava a formare a 360° i ragazzi. Oggi è un miracolo se sulle teste dei nostri figli c’è un tetto o ancora se hanno il riscaldamento in classe. 



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