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Gianmarco Tamberi a Belve: “il fallimento più grande è non avere un rapporto con mio padre”

Gianmarco Tamberi parla del rapporto con il padre, un fallimento. Ma anche quello che fa non gli piace, non è felice

gianmarco tamberi belve

Un rapporto orrendo tra padre e figlio ed è Gianmarco Tamberi che a Belve conferma che è questo il rapporto che ha avuto e che ha ancora con il genitore. Mai dire mai nella vita ma senza filtri l’oro olimpico parla del fallimento più grande della sua vita.

Stasera 26 novembre a Francesca Fagnani racconta il difficile rapporto con il padre, un legame deteriorato fino al punto che da tempo è difficile da recuperare. Ci sono regole che Gianmarco Tamberi ha sentito come imposizioni quando aveva solo 18 anni, si è sentito obbligato dal padre, tradito da lui. A Parigi 2024 era tra i favoriti ma sono arrivati le coliche, un dolore che non era solo fisico. Se in quel momento gli è mancato il padre non risponde.

Per Gianmarco Tamberi il fallimento più grande è non avere un rapporto col padre 

E’ il più grande fallimento della sua vita, in genere lo dicono i padri e non i figli ma Tamberi parla dei punti bassi e sono stati tanti tra loro due. “Non avere un rapporto con mio padre è il fallimento più grande della mia vita. I punti bassi nel nostro rapporto sono stati veramente tanti e questo è il motivo per cui una relazione si deteriora a tal punto che diventa complicato metterci delle pezze”.

Erano dure le regole di suo padre ma Francesca Fagnani gli fa notare che le regole del genitore erano le stesse che oggi sceglie lui. C’è un particolare non da poco per il campione di salto in alto: “Un conto è imporsele, un conto è scegliere, un conto è qualcuno che sceglie per te. Un genitore deve aiutarti a prendere la strada giusta, ma non obbligarti a scegliere quella strada. In quel momento mi sono sentito molto tradito dalla figura genitoriale”.

Forse uno spiraglio potrebbe davvero arrivare dopo l’intervista che vedremo in onda stasera su Rai 2, la vedrà anche il padre. Gli è mancato suo padre a Parigi, quando tutti pensavano che fosse il favorito e invece è andata malissimo? Preferisce non rispondere sull’assenza. “Ero tra i favoriti, mi sentivo forte. È stato il momento più brutto, sia come dolore fisico, che mentale, che d’animo”.

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La sua vera passione era il basket: “Ho giocato a basket fino a 17 anni, mi piace tuttora di più. Se avessi giocato ancora a basket sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami fa la differenza. Alla fine non è così bello saltare un’asticella. Ho dovuto fare quella scelta ma non amo quello che faccio”.

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