Gino Cecchettin: “un anno senza la mia Giulia” e quel peso che porterà sempre dentro
E' passato un anno dalla morte di Giulia e Gino Cecchettin porterà sempre dentro il peso di non sapere se ha fatto abbastanza
Un libro scritto a quattro mani, Cara Giulia, da Gino Cecchettin e Marco Franzoso. 25 novembre 2024 e a La volta buona il papà di Giulia Cecchettin fa più fatica di un anno fa a trattenere le lacrime. Il peso lo porterà sempre addosso, quello che un genitore comprende bene. “Se mi fossi accorto, se avessi ascoltato, se avessi chiesto”.
E a queste domande Gino Cecchettin ha cercato di dare una risposta, da padre di Giulia ma anche di altre due figli. Il 18 novembre scorso ha presentato la Fondazione Giulia Cecchettin, perché lei non è più con la sua famiglia fisicamente ma la fondazione si ispira a lei, al come voleva vivere la vita. Una fondazione che va oltre, che aiuta le donne anche a farcela da sole, dalle borse di studio al lavoro. Ma è anche la voce di tante donne che non hanno il coraggio di denunciare.
Il papà di Giulia Cecchettin a La volta buona
Caterina Balivo legge una pagina del libro, il padre di Giulia scrive: “ho sempre sentito di appartenere a un mondo lontano da certe situazioni aberranti, io ero immune, normale. Nel mondo normale certe cose non accadono ecco questa è la dimostrazione: davvero nessuno è immune e io mi son trovato mio malgrado in una situazione che non avrei mai pensato di vivere, pensavo di aver fatto le cose per bene ed è per questo che mi sono fatto tante domande e mi son dato tante colpe”.
Parlava spesso con sua figlia: “ma entrambi concordavamo sul fatto che non c’era nessun pericolo, che la situazione era una situazione tutto sommato normale che anzi si sentiva un po’ in colpa e dalla mia avevo una ragazza che era stata perfetta in tutto e quindi anche invadere un po’ di quella privacy che le apparteneva non mi sembrava giusto. Le domande da genitore ti rimangono e un genitore deve proteggere i figli e non mi darò pace fino all’ultimo dei miei giorni per capire se avessi fatto abbastanza per mia figlia e questo è un peso che io porterò io solamente io fino all’ultimo dei miei giorni”
E nel libro lo si capisce soprattutto da quel messaggio da quell’ultimo messaggio inviato a Giulia, perché Giulia rispondeva sempre, non aveva mai dato nessun tipo di problema. Ma ci stava, perché lei si stava per laureare magari voleva fare una serata un po’ più spensierata delle altre, parliamo di una ragazza di 22 anni, una donna che ha dimostrato di essere coscienziosa quindi e le si può concedere di tutto. “Io non sapevo e dove fosse quella sera pensavo fosse andata in discoteca con le amiche quindi ho detto vabbè ne riparliamo domani mattina ma non l’ho vista e ancora mi sono dato una scusante della serie o è già uscita oppure avrà fatto tardi ed è andata a dormire da un’amica, qualche volta era successo però mi aveva sempre avvisato però il mio cuore non era tranquillo e poco dopo abbiamo scoperto…”.
>>>>Il dolore di Gino Cecchettin per Giulia non gli impedisce di essere vicino alla famiglia di Filippo
Giulia non inseguiva l’apparire ma era se stessa
“L’amore non è né fisico né romantico il vero amore è l’accettazione di ciò che è stato e sarà” parole di sua figlia e Gino Cecchettin racconta che Giulia assolutamente non era una che inseguiva l’apparire ma l’essere, lei era sostanza pura ed era così naturale che non si vergognava di esserlo. “Alle volte inseguiamo dei miti difficili da riscontrare quando invece la felicità c’è e l’abbiamo sottomano, basta essere semplicemente se stessi”.
Si rivolge ai genitori Gino Cecchettin, quello che può dire è di essere meno amici ma sempre presenti e pronti a sostenere nei momenti difficili. Il peso lui porterà sempre dentro anche se ha fatto di tutto, anche se pensava che alla sua famiglia non sarebbe mai accaduto perché con Giulia parlava.