Roby Facchinetti ricorda i genitori andati via a distanza di quattro giorni
Roby Facchinetti a Verissimo ricorda i suoi amati genitori, morti a distanza di 4 giorni l'uno dall'altro
Nei prossimi giorni esce il libro di Roby Facchinetti “Che spettacolo è la vita” e a Verissimo anticipa parte della sua storia. Non possono mancare i suoi amati genitori, andati via a quattro giorni di distanza l’uno dall’altro. “Vorremmo che i nostri cari rimanessero per 200 anni, per sempre però devo dire che loro hanno avuto un amore straordinario, hanno formato una famiglia molto speciale. Li abbiamo vissuti e se ne sono andati a distanza di quattro giorni l’uno dall’altro dopo un rapporto di 73, 74 anni e tra loro c’era una conoscenza, un’empatia, tutto straordinario”. Roby Facchinetti si commuove pensando a loro, alla sua vita, la sua infanzia; sta per compiere 80 anni, non si vedono ma ammette che ci sono.
Roby Facchinetti la sua vita, i suoi genitori a Verissimo
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Quest’anno per me è un anno veramente molto, molto, molto speciale. Compio ottant’anni e ci sono, devo dire che non ho mai amato raccontare la storia della mia vita perché ho sempre cercato di tenerla così, un po’ lontano. Però devo dire che quest’anno, questa occasione, ripeto, molto speciale, mi sono guardato un po’ indietro. Ho avuto una vita veramente molto, molto ricca e molto bella, molto. E’ stata importante soprattutto la mia infanzia, perché rappresenta per me le radici. Sono nato in un posto straordinario che credo che tutti i bambini vorrebbero vivere oggi, no? In mezzo alla campagna e si giocava con una palla di pezza, per cui c’era poco, però c’era veramente tanta, tanta umanità. La mia famiglia è una famiglia sicuramente non ricca, anzi il contrario. Però mio padre e mia madre hanno fatto tutto. Mio padre era un artigiano vero, mi fece la cartella di legno per andare a scuola in prima elementare, era bellissima e io ero veramente molto, molto orgoglioso di questa, di questa cartella particolarissima che lui fece veramente con tanto amore. È successo che. la mamma andò un giorno a parlare con la maestra per chiedere come andassi a scuola e alla fine del discorso la maestra disse “io suo figlio lo sento arrivare con quella cartella di legno a 200 m dalla scuola, poi come arriva a scuola che ci sono questi corridoi altissimi si sente solo lui che fa un casino’. E mia madre chiaramente rimase molto male e mi disse, mi disse che avere una cartella diversa dagli altri non era giusto. È stato per me il primo insegnamento di vita, infatti, il libro. Si chiama “Che spettacolo è la vita” però la prima idea di titolo era “Il bambino con la cartella di legno
La casa editrice ha però suggerito il titolo giusto, più adatto, forse però per Roby Facchinetti il suo vero titolo resta quello legato al vecchio ricordo, a quella cartella di legno fatta con tanto amore dal papà.