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Evelina Nazzari guarda negli occhi suo figlio, non era più lo stesso: “Leonardo a 26 anni ha deciso di farla finita””

Evelina Nazzari, la figlia di Amedeo Nazzari, racconta del suicidio di suo figlio, da dove tutto è iniziato

evelina nazzari figlio

Ospite a La volta buona la figlia di Amedeo Nazzari, Evelina Nazzari, anche lei attrice e scrittrice. A Caterina Balivo ha raccontato del padre ma anche di suo figlio Leonardo. Suo figlio bello come il sole che oggi non c’è più, che quando aveva 26 anni ha scelto di non vivere più perché la vita non gli piaceva. E’ passato il tempo ma il dolore resta e Evelina Nazzari mostra la foto di quando suo figlio Leonardo era un ragazzino, la foto della loro famiglia allargata, il secondo marito e la figlia Costanza. Racconta sorridendo che sembravano una famiglia come tante altre, anche per i due adolescenti avevano poco più di un anno di differenza. Erano bei tempi quelli, fino a 18 anni è stato così ma un giorno Evelina Nazzari guarda gli occhi di suoi figlio e non era più il su sguardo, vede qualcosa di diverso. Sa che è importante parlare della malattia mentale, una schizofrenia diagnosticata, durata 8 anni di calvario, perché poi il figlio a 26 anni ha deciso che non ce la faceva.

Evelina Nazzari racconta di suo figlio Leonardo morto a 26 anni

Nel libro scritto da Evelina Nazzari c’è un dialogo tra sua madre e il figlio Leonardo, chiede alla nonna di suo figlio, anche lei non c’è più, come sta Leonardo. Scopre che non si sono incontrati in cielo e lei scrive: “ha deciso di farla finita, se ne è andato in un giorno del mese di giugno. Cara mamma la vita a Leonardo non piaceva”. La Nazzari spiega che c’è un dubbio molto forte sul suicidio di suo figlio. 
Non ha alcuna certezza ma spiega che durante l’adolescenza i ragazzi che fanno uso di spinelli dovrebbero fare molta attenzione. Ha saputo del pericolo solo dopo, divorata dai sensi di colpa. 

>>>>> Evelina Nazzari il dolore per la malattia del figlio

Nell’adolescenza i ragazzi devono stare molto attenti agli spinelli. È un messaggio che voglio lanciare, intanto perché il cervello non è ancora completamente formato e poi perché alcuni di loro, non tutti, possono avere una predisposizione, cioè una fragilità che manda in tilt il cervello. Ed è molto probabile che sia stato questo. Era un’epoca in cui era normale, cioè io non sapendo tutto questo e soprattutto non sapendo cosa fare perché anche se l’avessi saputo come fai a bloccare un ragazzo che esce con gli amici e che fuma, lo fanno tutti. Lo psichiatra che l’ha tenuto in cura, mi ha spiegato che questa cosa invece non va bene, i neuroni si distruggono. Quindi forse è stato quello, è molto probabile, ma io non lo potevo sapere. Quindi i sensi di colpa alle stelle. Ha vissuto 8 anni di calvario in cui prendeva le medicine, stava meglio, poi non le prendeva, le buttava, le prendeva tutte insieme, La mia vita è cambiata quando mi hanno detto che era schizofrenico,  un disturbo della personalità, schizofrenia. Io l’unica cosa che ho chiesto se poteva guarire.  E loro pietosamente, mi hanno detto, che ci sono delle percentuali molto basse, ma è possibil.  Naturalmente ha fatto parte di quella percentuale perché la primissima cosa importante per tutti quelli che hanno un problema mentale è accettare di averlo ed  è una delle cose che ti dicono subito. Le persone che stanno male ti dicono che stanno benissimo, sei tu che non stai bene

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