Yari Carrisi: “Quando è scomparsa Ylenia siamo tutti annegati ma se fossi arrivato prima”
Yari Carrisi ha un senso di colpa: se quel giorno fosse arrivato prima da Ylenia ma lei già non c'era più
A Verissimo anche Yari Carrisi parla di sua sorella Ylenia, tira fuori un senso di colpa che fa male ma lui non può avere colpe. Torna con la mente al giorno della scomparsa di sua sorella; Romina Power lo osserva mentre ricorda. Voleva fare una sorpresa a sua sorella Ylenia, stava arrivando da lei, un viaggio incredibile, non l’aveva avvisata e quando è arrivato le hanno detto che era partita 24 ore prima. Forse ha sempre pensato che se fosse arrivato prima, un giorno prima, tanto dolore, tutte le cose che sono accadute, avrebbero preso un’altra strada. Vivere non sapendo dov’è Ylenia non è facile, è terribile non avere certezze. “Quel giorno della scomparsa di Ylenia è come se fossimo annegati un po’ tutti… c’è stata un’onda anomala dopo l’altra, non è stata solo la sua sparizione però è stato un continuo insomma, su tanti fronti che forse avremmo potuto evitare se fossi arrivato 24 ore”.
Yari Carrisi e Romina Power a Verissimo
“Ylenia era l’unica che capiva quello che avevo passato e quindi era il mio specchio. Era di una cultura e di una bellezza, una voglia di vivere e di esplorare ed era molto creativa e coraggiosa, super coraggiosa. Per questo è stato molto difficile perché non solo ho perso una sorella ma ho perso anche proprio un modello, ho perso il faro praticamente, il mio punto di riferimento”.
“Era il Natale del ‘93 e l’ho sentita al telefono però non le volevo dire le volevo fare una sorpresa e quindi ho preso aerei, macchine, ho fatto la qualsiasi per arrivare da lei ma quando sono arrivato una signora mi ha detto che era appena partita era partita forse 24 ore prima ed era andata in Messico. Ci siamo persi per un giorno…”.
Prima del Covid, nel febbraio del 2020 è successo qualcosa: “lo sono andato a New Orleans perché ho scoperto, cioè una mia amica mi ha mandato una fotografia di un quadro appeso in un museo, di una donna che assomigliava, era identica a Ylenia e quindi sono andato a vedere di persona e una volta arrivato lì ho scoperto che il quadro era stato disegnato dipinto molti anni prima, era degli anni ‘60 e quindi si trattava di qualcun altro. Però una volta lì ho fatto i suoi passi e ho parlato con delle persone che erano coinvolte all’epoca e ho capito che forse insomma, perché io non credevo alla storia della polizia, c’era qualcosa della storia della ragazza che si gettò nel fiume, c’era qualcosa che non mi convinceva…”. Yari confessa che da qualche anno ha cambiato idea, che per lui la polizia ha usato troppa leggerezza ma che purtroppo forse davvero sua sorella non è più in vita.