Paola Caruso ha paura, deve operare suo figlio ed è l’unica possibilità
A Verissimo Paola Caruso racconta che l'unica possibilità per suo figlio è un'operazione molto complicata
Entra in lacrime Paola Caruso nello studio di Verissimo, ringrazia silvia Toffanin per quello che sta facendo. E’ il periodo più buio della sua vita, è il dolore di una madre, pensa che un momento più brutto non potrebbe esserci. Paola Caruso è stata più volte ospite di Verissimo, per parlare del dramma di suo figlio, oggi aggiorna sulla salute di Michelino. Come sta il figlio di Paola Caruso? Lesione al nervo sciatico, gli è stato iniettato un medicinale tossico, un medicinale che non avrebbero dovuto usare su un bambino così piccolo un farmaco a cui forse il piccolo è anche allergico. La Caruso ha già raccontato tutto, come è accaduto, il perché di quella siringa mentre erano in vacanza a Sharm El Sheikh. E’ accaduto a novembre dello scorso anno ma ancora oggi Paola Caruso non ci dorme la notte. Pensa a quella puntura fatta al bambino, una sfortuna anche perché gli hanno toccato il nervo sciatico, che è così sottile, difficile da prendere.
Paola Caruso a Verissimo
E’ un bambino di 4 anni che racconta con freddezza cosa gli è accaduto e le cure che sta cercando di fare e il modo di fare del suo bambino spaventa Paola Caruso. Suo figlio dovrebbe correre e pensare solo a giocare e invece racconta del problema che ha al piede, del tutore che deve portare.
Più persone le hanno scritto di avere subito lo stesso danno ma è da 20 anni che in Italia non succedeva più una cosa del genere. Adesso dopo tutti questi mesi, visite ed esami c’è la necessità di operare il bambino. E’ l’unica soluzione, perché non può più recuperare, l’unica possibilità è l’intervento. “Ho deciso di fare operare mio figlio e lo farò in Italia, di questo sono contentissima. Fare camminare mio figlio è il sogno più bello che ho. Non dormo da 4 o 5 giorni, ho paura, ho pensato di non farlo operare, non ce la faccio a sostenere, ma mi hanno detto che se non lo opero lo condanno a vivere con un tutore. Mi sono fatta forza e mi sono messa anche questa armatura e ho detto andiamo a combattere”.
Non è un intervento di routine, non è un’operazione che si fa di solito. E’ difficile, lo faranno a maggio ma non sapranno subito il risultato. Faranno il massimo per fare camminare di nuovo Michele ma piano piano scopriranno. “Mi sembra un incubo, per vedere se c’è il risultato ci vorrà un altro anno”. E’ l’unica possibilità, Paola si affida alle preghiere.