Antonella Elia: “Io ce l’ho con mio padre, è stato molto severo”
Antonella Elia confessa che ce l'ha con suo padre, parole che le tira fuori Serena Bortone
A Oggi è un altro giorno Antonella Elia non vorrebbe parlare ancora una volta della morte dei suoi genitori quando era una bambina. Non vorrebbe parlare dell’abbandono che sente sempre addosso, della paura di perdere sempre chi ama, perché così è stato nella sua infanzia. “Sto diventando patetica e io odio essere patetica” commenta Antonella Elia con gli occhi già pieni di lacrime, in imbarazzo perché sta raccontando ancora una volta di tutto il dolore che ha dovuto superare ma che in realtà ancora si porta dietro. Serena Bortone insiste, le spiega che le sue parole, il suo racconto a chi è a casa potrebbe servire, perché tanti soffrono o hanno sofferto come lei. “Era una vergogna per me non avere la mamma, era una vergogna tutto per me da bambina, mi sentivo brutta, diversa” confida Antonella Elia. La sua mamma è morta quando aveva solo 4 anni, poi a 14 la perdita del papà in un incidente d’auto.
Antonella Elia ricorda il padre
La perdita da bambina del papà e della mamma non le impedisce di tirare fuori anche altro. C’è altro dolore e lo confessa a Oggi è un altro giorno. “Con mio papà ho un rapporto piuttosto strano… io ce l’ho un po’ con lui perché secondo me è stato molto severo e mi ha castrato in molte mie cose. Mi ha impedito di seguire quello io volevo fare, volevo fare il liceo artistico, volevo fare l’Accademia delle Belle Arti, volevo diventare una pittrice, volevo ballare da quando avevo tre anni ma lui non mi mandava a danza classica per cui mio papà mi imponeva di essere come lui. E ho fatto il liceo classico… dovevo fare l’avvocato… io un avvocato vabbè non era la mia strada. Però mio papà era troppo severo quindi ce l’ho un po’ con lui”.
Le sofferenze non sono finite, si parla del tumore al seno e Antonella Elia si ribella. Non avrebbe parlato del tumore né de suoi genitori morti presto e alla fine lo dice. “Secondo me poi a volte le malattie vengono strumentalizzate usate perché nel nostro mondo la malattia viene anche usata per fare come dire, è brutto dirlo, ma io lo penso e lo dico sti cavoli… per fare spettacolo. Non voglio dire pubblicità ma comunque con la storia ‘se lo racconto io aiuto molti’ io non ci credo e secondo me alcune cose vanno tenute segrete”. Serena Bortone intuisce che forse ha un po’ esagerato e parla di argomenti felici.