Raoul Bova racconta dell’affetto che è mancato al padre e della scatola che ha trovato
L'emozione di Raoul Bova nel ricordare il padre, la scatola che ha trovato, il suo insegnamento
Nell’intervista a Oggi è un altro giorno Raoul Bova si racconta parlando soprattutto della sua famiglia, di suo padre, della mamma, le sorelle. Sa di essere fortunato, anche lui ha avuto dei momenti difficili nella vita ma ha tutti i motivi per sorridere. Lo fa anche quando ripensa ai genitori che non ci sono più, che sono andati via a poca distanza l’uno dall’altra. Raoul Bova racconta dei sacrifici fatti da papà Giuseppe per portarlo sempre a nuoto, la cura che aveva nei suoi confronti. Per tanto tempo Raoul Bova è stato un campione di nuoto e forse l’ha fatto un po’ anche per il padre. “Ho iniziato con grande entusiasmo, il nuoto mi piaceva perché vedevo che vincevo e tutti erano contenti, invece quando perdevo ero un po’ meno contento e tale era la delusione che procuravo ad altri che mi sentivo male, stavo tre giorni a casa con il mal di testa, lo sapevano tutti; mio padre mi rassicurava ma il problema era il mio perché vedevo che tuti ti vogliono bene nel momento che sono un campione e la sconfitta era difficile da superare ma era tutto nella mia testa”.
Raoul Bova a Oggi è un altro giorno
“Poi vedevo che mio padre faceva tanti sacrifici per me per il nuoto, ero il figlio maschio che potevo dargli quelle soddisfazioni che lui non ha avuto perché il padre non era mai andato a vederlo… Ci sono dei padri così che non danno attenzioni ai figli”.
Invece papà Giuseppe lo copriva di attenzioni ma questo caricava Raoul di ansia da prestazione, ma era amore… così lo ricorda l’attore. Anche se ricorda anche che era già stanco prima della gara, se la ripeteva mille volte nella testa, così era come se facesse mille gare ma non l’ha mai detto al padre perché era il suo modo per ripagarlo di tanti sacrifici.
Quando è morto ha trovato una scatola con tutte le sue cose, è stato un momento molto emozionante. “Sono fortunato perché ci siamo detti tante volte ti viglio bene con gli abbracci, non ho rimpianti. Mi ha insegnato tante cose ma più di tutto ad ascoltare, a parlare un po’ meno e ascoltare un po’ di più”.