Giovanni Terzi racconta la sua malattia a Storie Italiane: “Non voglio arrivare al trapianto”
Giovanni Terzi ha una rara malattia genetica che colpisce i polmoni, a Storie Italiane racconta le cure la paura
Dall’apice della felicità alla malattia, Giovanni Terzi a Storie Italiane racconta della dermatomiosite ache a lui ha colpito i polmoni. La sua vita è in pericolo, non ne fa un mistero, non esagera ma al tempo stesso si sente fortunato perché esiste una cura e le terapie che segue sono tollerate dal suo corpo anche se scatenano altre malattie, come il diabete. Giovanni Terzi ha paura, ha pianto tanto ma ha poi smesso e affronta la malattia ai polmoni con forza, con accanto sempre Simona Ventura. Affronta questo periodo della sua vita anche con incoscienza perché non vuole pensare che andrà male, non vuole pensare che potrebbe un giorno essere necessario il trapianto di polmoni. L’ha saputo lo scorso gennaio dopo una passeggiata in montagna. La paura, la visita medica e la scoperta della malattia genetica. Anche la madre di Giovanni Terzi aveva la stessa malattia anche se aveva colpito punti diversi del suo corpo.
Mamma Luisa, la madre di Giovanni terzi è morta 11 anni fa
Mamma Luisa è andata via dopo avere combattuto ma oggi esistono cure che prima non c’erano, anche se non esiste una cura definitiva. Il compagno di Simona Ventura fa una cura monoclonale che di mese in mese prende in ospedale. Una cura a base anche di cortisone con altre medicine con cui cerca di fermare la progressione di questa malattia. Giovanni Terzi a fine anno saprà se la cura sta facendo effetto.
“Ho avuto un momento molto duro perché dopo anni sembrava tutto sereno e con una donna meravigliosa accanto, la famiglia, amici tutti meravigliosi, ma è proprio vero che la vita come ti regala ti toglie… L’ho affrontato con Simona, sempre insieme e poi è partita la speranza perché non voglio arrivare al trapianto di polmoni e sono convinto che queste medicine sperimentali facciano effetto altrimenti…”.
Terzi non accetta nemmeno l’idea dell’ossigeno. “Ci sono dei passaggi come quello dell’ossigeno quando passeggi a cui non voglio arrivare, lì ho proprio un muro… e non ci arriverò”. Ricorda come ha scoperto tutto: “Ho finalmente capito perché non riuscivo a correre e non perché ero solo ingrassato o un po’ invecchiato, non riuscivo a respirare”.
Le terapie due volte al giorno, si sente fortunato perché sono farmaci che possono dare complicazioni fastidiose e invece non ha avuto nulla e può curarsi, in caso contrario sarebbe stato un vero problema.