Amore Criminale e Sopravvissute su Rai 3: storie di donne che oltrepassano lo schermo
Ottimi i risultati di ascolto per Amore Criminale e Sopravvissute
Amore Criminale e Sopravvissute sono due programmi di punta della rete, qualitativamente parlando. E se a confermare il perfetto confezionamento dei due programmi, ci sono anche gli ascolti, la soddisfazione è doppia. Ma non per una questione di numeri ma per l’importanza di arrivare a più persone possibili, a più donne possibili. Ma troppi saranno gli inviti a denunciare, mai troppe saranno le testimonianze di donne che ce l’hanno fatta a invitano a non cedere, di famiglie che raccontano il dramma di un amore malato, conclusosi con un femminicidio. Purtroppo è ben chiaro a tutti che le storie di dipendenza, di amore malato, non smetteranno di accompagnarci, neppure oggi, che di queste vicende si parla sempre più spesso in tv, sui giornali, in radio, sui social, in rete. Serve parlarne e non c’è niente di più potente della testimonianza di una donna sopravvissuta, come nel caso di Matilde d’Errico o della famiglia di chi resta, come nel caso di tutti i protagonisti di Amore criminale.
Sopravvissute e Amore Criminale: due format fondamentali per le donne vittime di violenza
La storia di ieri ad esempio, quella di una donna barbaramente uccisa da suo marito mentre era al telefono con i figli, ci ha fatto anche molto riflettere su quanto spesso si sottovaluti. Ci si chiede come sia possibile che neppure dei figli, di fronte a tanti segnali, non si rendano conto del pericolo reale. Purtroppo si pensa sempre che siano solo parole, cosa che molto spesso fanno anche le persone di legge che dovrebbero tutelare le donne che denunciano. Rosetta non lo aveva fatto, neppure dopo che suo marito l’aveva minacciata con una pistola. Pensava di lasciarlo e di andarsene ma continuava a stare nella stessa casa di un uomo che andava con le prostitute, che l’aveva tradita per una vita intera e che la voleva al suo fianco solo perchè era un suo oggetto. Le storie raccontare da Veronica Pivetti prima, e Matilde d’Errico dopo che accompagna le parole delle sopravvissute, bucano lo schermo, vanno oltre. Le vicende di queste donne oltrepassano la tv, invadono le case dei telespettatori. La speranza è che possano essere di aiuto in chi si riconosce in quelle parole, affinchè la loro di storia, possa avere un epilogo diverso.
Per questo ci aspettiamo e ci auguriamo che programmi di questo genere vadano in onda più spesso. Non per il macabro racconto, non per la gioia di un dato auditel freddo e triste. Il fatto che gli ascolti vadano bene deve essere un segnale forte e anche un buon auspicio. Se anche solo una donna dopo una puntata di Amore Criminale o di Sopravvissute, avrà trovato la forza di sottrarsi al suo carnefice, allora il risultato reale, sarà arrivato. E la nostra speranza è proprio questa, che succeda.