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Ciro Ferrara ricorda il suo legame unico con Maradona

Ciro Ferrara a Domenica In racconta la semplicità di Maradona, la loro amicizia

Dalla morte di Maradona solo oggi Ciro Ferrara è riuscito ad uscire dal suo dolore e a Domenica In ha confidato: “Ho il cuore che mi batte forte sono stati giorni duri e spero di riuscire a rispondere alle tue domande, ho la voce che mi trema”. Ciro Ferrara non desidera parlare del libro che ha scritto su Diego Armando Maradona, non è questo il momento, non vuole che qualcuno pensi altro. E’ un legame d’amicizia intenso e vero quello che c’era tra Ciro Ferrara e Maradona, un legame diverso da tutti gli altri, da chi dopo la morte del campione racconta di tutto. Ciro e Diego erano amici fraterni. “Io ero un ragazzino degli allievi, Maradona venne presentato a Napoli e io venivo premiato con la mia squadra da Diego e mai avrei pensato di trovarmi accanto a lui in campo” da lì è iniziata la loro amicizia. Hanno condiviso tutto, anche il condominio: “Il nostro legame è durato nel tempo e ne ho avuto la prova quando lui è voluto essere presente al mio addio al calcio allo stadio San Paolo con la partita Napoli – Juventus, lui volle fortemente essere presente. Dopo 14 anni tornava a Napoli e fu una dimostrazione che non potrò mai dimenticare. Fui felicissimo di regalare questo alla mia città e anche lui aveva bisogno di sentire quel calore apprezzato per 7 anni”.

CIRO FERRARA A DOMENICA IN PER MARADONA

“E’ stato un personaggio con zone di ombra ma anche fortissime zone di luce che non sempre sono state raccontate però io ho avuto tante dimostrazioni che Diego non è quello che è stato spesso raccontato in termini negativi. Di Diego Maradona calciatore nemmeno parliamo ma è un’amicizia che mi mancherà tantissimo. Le mie emozioni difficilmente le esterno e sono 10 giorni che sono chiuso in casa e ho rifiutato tutte le richieste di interviste. Scusami mi sono preso un po’ di tempo ma Diego per me ha rappresentato tutto” confessa a Mara Venier.

Ricorda che a Maradona dissero che il Napoli era una squadra forte ma non era vero e lui decise di restare lo stesso e dare una rivincita alla città, così è stato. Diceva sempre che era un giocatore normale, che non faceva niente di speciale, e anche questa è stata la sua grandezza.

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