Sabrina Paravicini: dall’ecografia non si vedeva niente, il tumore scoperto con la risonanza (Foto)
Sabrina Paravicini ha una vita intera da raccontare ma a Oggi è un altro giorno dà forza a chi lotta contro il tumore (Foto)
E’ bellissima Sabrina Paravicini, il tumore al seno non le ha tolto niente, lei è riuscita a superare ogni momento terribile raccontandolo (foto). Nel suo libro Fino a qui tutto bene c’è il desiderio di aiutare gli altri e a Oggi è un altro giorno si parla anche della sua malattia, dei problemi che ha superato, delle rinunce fatte. Sabrina Paravicini ha ascoltato il suo corpo, a fine 2018 ha iniziato a stare male, è successo che una notte ha sentito qualcosa, qualcosa che si accartocciava nel suo seno sinistro. Dopo l’ecografia anche la mammografia non ha riscontrato nulla. Non si vedeva niente, a scoprire tutto una risonanza magnetica con contrasto. “E’ stato scioccante, quando ti dicono che hai un tumore maligno…”. La prima tac le ha creato una specie di panico, il mezzo di contrasto fatto con un ago molto grande, da lì ha iniziato a piangere, si è lasciata andare. “Avevo paura di morire, la diagnosi di tumore al seno era terribile… Mia zia 15 anni fa è morta di tumore al seno – racconta la Paravicini – La verità è che dopo ho elaborato i lutti avuti, l’ho fatto nel modo più giusto che potevo fare”. Sabrina ha perso poco dopo suo padre anche sua sorella ma nella sua vita c’è stato anche un altro duro colpo da superare.
SABRINA PARAVICINI – FINO A QUI TUTTO BENE
Ha rinunciato a tante occasioni di lavoro per dare tutto a suo figlio Nino. A 2 anni gli hanno diagnostico un grave autismo, non sapevano, non erano in grado di dirle cosa sarebbe accaduto. Oggi sa che Nino ha la sindrome di Asperger che lo rende davvero speciale. “Tu hai una diversità che può essere una rarità” è stata la sua risposta quando suo figlio le ha chiesto cosa avesse.
Sabrina ha una lista con tutte le cose che ha dovuto subire a causa del tumore e tra tutte c’è la rimozione del seno che è la cosa più brutta per lei. E’ stata dura ma l’ha superata accettandola: “Prima mi sembrava una via senza ritorno, era una mutilazione, poi ho capito che non era quello il punto, che non era quella la cosa importante”.
Ad aiutarla tanto c’è stato sempre suo figlio Nino: “Si può uscire da questo cerchio di fuoco senza bruciarsi. Mi ha aiutato tanto mio figlio che ha alleggerito la mia malattia. E’ come se mi avesse restituito quello che io ho fatto per lui”.