Da Facciamo che io ero il monologo di Virginia Raffaele sulle paure (VIDEO)
Da Facciamo che io ero il monologo di Virginia Raffaele sulle paure reali e immaginarie e il finale dedicato all'omofobia. Ecco il video
Tra i momenti più belli della prima puntata di Facciamo che io ero, il nuovo show di Virginia Raffaele su Rai2, c’è stato quello dedicato alle “paure”. Un monologo che inizia sembrando qualcosa che deve farci ridere e riflettere ma che si chiude senza farci sorridere. Virginia apre raccontando le paure di un artista: salire sul palco e non sapere se la gente apprezzerà sorridendo, deve essere poi una risata contenuta, non esagerata. La paura del traffico nel rientro a casa e la paura di trovare magari un cinghiale sulla Cassia. I suoi riferimenti all’attualità non mancano ed è proprio questo un grande punto di forza. La paura dei parenti, dei traslochi, di un ascensore che precipita…La paura di essere accusato ingiustamente e di finire in un caso di mala giustizia. La paura di svegliarsi qualunquista o vegana…E che dire della paura che al supermercato la carta non funzioni. La paura della polizia: perchè c’è, perchè non c’è…La paura di non essere all’altezza. La paura di un vuoto di memoria, la paura di non aver letto abbastanza. La paura di uscire da un negozio e non avere lo scontrino. E’ un climax ascendente che ci porta, dalle paure reali ma minori, a quelle che invece dovrebbero davvero farci riflettere.
E Virginia ci ricorda che “La paura è un’emozione primaria, ce l’hanno gli uomini e gli animali, ci prepara a una situazione di emergenza“. E poi la parte più toccante.
IL MONOLOGO DI VIRGINIA RAFFAELE SULLA PAURA: PAURE REALI E PAURE IMMAGINARIE ( dalla puntata del 18 maggio 2017)
“Ci sono paure reali e paure immaginarie. Ieri era la giornata mondiale contro l’omotransfobia. Era una giornata contro la paura. Ora, in un Paese come questo evastato dalla crisi economica, dalla permanente instabilità politica che deve fronteggiare terremoti, affrontare il dramma del lavoro, resistere ad Equitalia, ancora si ha la testa, si ha lo spirito e si trovano le energie per avere paura di chi vuole amarsi semplicemente come gli pare. Ma è mai possibile. Forse tra tutte le paure questa è la più stupida. No? Dicono tutti così“.
Un monologo davvero molto bello che aiuta a riflettere e ci fa capire quanto molto spesso pensiamo a cose di cui davvero non dovremmo avere nessuna paura ma che diventano primarie, forse proprio perchè non fanno davvero paura e per non pensare ai veri problemi, ci rifugiamo dietro qualcosa che non lo è.