La Rai boccia la cronaca nera nel pomeriggio della tv: meglio perdere ascolti che informare il pubblico?
Bocciata la cronaca nera nel pomeriggio della Rai: è giusto che nei programmi di informazione in diretta non si parli di cronaca nera?
La nuova dirigenza della rai sembra aver preso una strada ben precisa dalla quale difficilmente scenderà per variare il percorso, almeno per ora. Il direttore generale Campo Dell’Orto, in una delle sue ultime interviste sul futuro della programmazione dei principali canali Rai, ha spiegato che si cambierà via, e una delle prime mosse fatte sarà quella di togliere la cronaca nera dal pomeriggio della tv di Rai1, in particolare. Specifichiamo che dall’Orto ha parlato solo del pomeriggio della domenica, quindi di Domenica IN ma ha anche fatto intendere, che tutti gli altri programmi in onda anche su Rai1, saranno alleggeriti da queste tematiche. Vogliamo proprio riflettere dunque su questa questione, cercando di capire se è davvero la mossa giusta, se davvero va nell’interesse del pubblico a casa oppure no! LEGGI QUI LE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE
Iniziamo quindi con la prima precisazione: via la cronaca nera alla domenica pomeriggio. Se si legge la decisione sotto questa chiave, ossia: la domenica pomeriggio il pubblico a casa ha bisogno di sorridere, di divertirsi, di musica, di temi leggeri che vanno dalla cronaca rosa alle storie semplici di gente comune o alle interviste con i vip, possiamo anche dire che la decisione è perfetta. Da tempo diciamo che non è la domenica pomeriggio il giorno migliore per parlare di cronaca nera soprattutto se per una settimana i programmi del day time e del pomeriggio hanno già affrontato gli stessi argomenti e quindi alla domenica avremmo solo una ripetizione del già detto. Ci troviamo quindi pienamente d’accordo sull’abolizione della nera al pomeriggio della domenica; ma va anche detto che da settembre a questa parte, per il povero Salvo Sottile, lo spazio dedicato alla nera non andava oltre la mezz’ora per cui non avevamo ritenuto il tutto così morboso e scandaloso.
E quindi arriviamo alla seconda domanda: se ne farà a meno anche nel pomeriggio settimanale e quindi non avremo più cronaca nera anche ne La vita in diretta? Se Domenica In ha dimostrato di avere lo stesso numero di spettatori qualsiasi argomento tratti, mentre il competitor varia molto in base anche agli ospiti, ci sembra chiaro che La vita in diretta abbia bisogno di fare cronaca, abbia bisogno di stare sul pezzo. Ed è vero che spesso si ripetono le stesse cose ma è anche vero che i buoni risultati arrivano se la cronaca si fa bene. In primis ( e non parliamo del programma di Rai1 ma in generale) bisogna che i conduttori siano in grado di affrontare i casi che devono esporre, con la massima neutralità e facendo quello che è il loro dovere, informare; in secondo luogo i giornalisti, gli inviati, devono essere professionali e mettere anche i conduttori a loro agio confezionando servizi degni di tale nome; in terzo luogo anche gli ospiti in studio devono avere nozione di quello di cui si parla ed essere titolati per essere ascoltati da una media di 2 o 3 milioni di persone. Queste le premesse poi si va più a fondo.
Togliere la cronaca nera dal pomeriggio della tv per la Rai significherebbe lasciare il competitor libero di fare il buono e il cattivo tempo. E non è vero che si può accettare di perdere gli ascolti. La vita in diretta ha dimostrato quest’anno di poter vincere contro Pomeriggio Cinque alternando puntate molto ricche di nera a puntate in cui si varia con storie di altro genere. Non dimentichiamoci però una cosa: proprio la forza della diretta-. E’ vero che esistono i canali di news, di informazione h24, ma è anche vero, che spesso fatti di cronaca nera non siano ritenuti importanti come eventi che succedono dall’altra parte del mondo. Per restare nei fatti recentemente accaduti, basti pensare alla morte del sub durante le ricerche del corpo di Isabella Noventa, un fatto tragico di cui si da notizia in un programma in diretta ed è chiaro che se non se ne parla su un canale, sul primo canale Rai, è più facile sintonizzarsi su Canale 5 che su Rai News24. E’ anche chiaro che mantenere dei giornalisti in diretta da 3 o 4 città diverse ha un determinato costo, mentre mandare in onda servizi confezionati è molto diverso. Ma il valore di una diretta perderebbe totalmente senso se si parlasse solo di altri fatti. C’è poi cronaca nera e cronaca nera, perchè c’è differenza tra un attentato e quindi il mostrare in diretta immagini senza filtro e il dare le ultime notizie su un omicidio avvenuto nel nostro paese? A questo purtroppo non riusciamo a darci una risposta. Va bene fermarsi e fare le dirette per un attentato terroristico, quella è informazione, e non lo è anche quella nel mostrare l’incidente avvenuto a un poliziotto che sta facendo il suo dovere?
GLI ASCOLTI PORTATI DALLA CRONACA NERA: AL PUBBLICO PIACE OPPURE NO? Se si dovesse misurare l’interesse del pubblico con commenti o post sui social, si evincerebbe che la maggior parte della gente reputa i programmi in cui si parla di nera morbosi. I dati di ascolti però smentiscono totalmente questa linea, pensiamo ad esempio a programmi come Chi l’ha visto che nelle ultime due settimane, al mercoledì sera, ha conquistato il prime time battendo Rai 1 e Canale 5. Potrete dirci che è giusto fare nera in un programma in onda in prima serata, un programma che il pubblico sceglie di vedere. E su questo possiamo essere d’accordo. Non reputiamo infatti corretto il modo in cui al pomeriggio si fa la cronaca nera: si passa dalla sagra del pesce a casi di omicidio o storie di persone scomparse, forse in questo gli spezzoni dei programmi potrebbero essere diversi. Ma è chiaro che, come abbiamo detto in precedenza, la diretta gioca molto sul fatto che sia difficile mantenere la scaletta prevista in partenza. Tornando quindi al pubblico, possiamo dire, dati di ascolto alla mano, che la cronaca nera piace, in particolare quando ci sono grandi casi, nel recente l’omicidio di Isabella, l’omicidio della professoressa Rosboch o andando indietro nel tempo, per citarne uno, la scomparsa di Roberta Ragusa. E’ anche vero che spesso di tende a essere ripetitivi e a parlare delle stesse cose anche senza novità, forse questo andrebbe evitato.
ULTIMO QUESITO: SE LA CRONACA NERA IN TV NON AVESSE LO SPAZIO CHE MERITA, ALCUNI CASI SI SAREBBERO RISOLTI LO STESSO? L’ultima riflessione che vogliamo fare riguarda il fatto che spesso, molto famiglie, hanno reputato necessario rivolgersi ai media, per raccontare la loro storia con la speranza di essere aiutati. Prendiamo in esame il caso Marco Vannini: un omicidio, una morte senza un perchè. Se la famiglia di Marco non si fosse rivolta a Chi l’ha visto, e la storia non fosse poi stata trattata in tutti i programmi Rai e Mediaset, la famiglia del ventenne ucciso nella villetta dei Ciontoli, sarebbe arrivata a un processo per avere giustizia? Se i parenti di Guerrina Piscaglia non avessero insistito, raccontando la storia in tv, nel dire che la donna non si era allontanata da sola ma che le era successo qualcosa, oggi ci sarebbe lo stesso un uomo in carcere con l’accusa di omicidio? E l’elenco potrebbe continuare…Come è lungo anche l’elenco di meriti che i giornalisti, quelli che fanno con professionalità il loro dovere, meritano di andare in onda in diretta, di mostrare i frutti del loro lavoro che spesso possono anche essere utili nel corso delle indagini. In molti casi infatti chi è coinvolto in un caso di omicidio, pensa di essere al sicuro parlando con un giornalista, il narcisismo che lo avvicina alle telecamere fa si che si dicano a un giornalista cose che non si direbbero mai a un uomo in divisa, ad esempio. La questione è molto complessa, probabilmente, come in tutte le cose di questa nostra strana vita, dovrebbe essere usato il giusto bilanciamento.