Fiction e Serie TV

Ti consiglio una serie, il caso Gabby Petito: la recensione

Per la serie America Murder, Netflix racconta il caso Gabby Petito, una storia che ha sconvolto l'intera America

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Nel febbraio 2025, Netflix ha lanciato in tutto il mondo una serie che ha fatto discutere e riflettere: Il caso Gabby Petito. Si tratta di un racconto potente e sconvolgente che ricostruisce la tragica vicenda della giovane travel blogger americana, diventata simbolo della violenza nelle relazioni tossiche. Quello che rende la serie ancora più sconvolgente è il potere dei filmati. Non c’è nessuna ricostruzione, se non quella fatta con i diari che sono stati ritrovati, letti grazie all’intelligenza artificiale con la voce della giovane Gabby.

Tutto il resto, quello che vediamo sullo schermo della nostra tv, è il racconto reale. Gabby Petito e il suo fidanzato, senza che ci sia stato bisogno di avere degli attori per raccontare una vicenda che toglie il fiato. Nel 2021 poi, il mondo intero viveva, un anno dopo dallo scoppio della pandemia, incollato ai social e alla tv e forse, anche per questo, la vicenda di Gabby ha avuto un’eco come mai prima era accaduto. Dunque oggi, per la nostra rubrica, Ti consiglio una serie, ecco la recensione dei tre episodi dedicati proprio alla scomparsa della giovanissima ragazza americana che sperava di diventare una travel blogger.

Gabby Petito: una storia vera che ha scosso il mondo

Gabby Petito, una ragazza solare e amante dell’avventura, aveva deciso di intraprendere un viaggio on the road con il suo fidanzato Brian Laundrie. Quello che doveva essere un sogno si è presto trasformato in un incubo. I due stavano insieme da pochissimo. Gabby aveva lasciato la sua casa a New York per trasferirsi in Florida pochi mesi dopo aver iniziato la relazione con Brian. Si era fidata di quel ragazzo che la manipolava, la considerava di sua proprietà nonostante i segnali di una relazione tossica ci fossero tutti. Era forse troppo giovane e ingenua Gabby, per comprendere quello che le stava accadendo.

La sua scomparsa e il successivo ritrovamento del corpo hanno portato alla luce una realtà fatta di abusi psicologici, manipolazione e violenza, mettendo in primo piano il fenomeno della violenza domestica e della dipendenza affettiva. Tutto merito dei diari che Gabby aveva scritto ma soprattutto dei video, non tanto di quelli che lei aveva condiviso sui social, ma di quelli presenti sul suo cellulare, che hanno raccontato come il suo ragazzo, quando non era in primo piano, era ben diverso da quello che appariva.

La serie Il caso Gabby Petito: un racconto intenso e necessario

Netflix ha scelto di raccontare questa vicenda con un realismo crudo, senza filtri, per far emergere la drammaticità della storia di Gabby e di tante altre donne intrappolate in relazioni pericolose. La serie alterna momenti di pura tensione a flashback della vita spensierata di Gabby, mostrando il contrasto tra l’apparenza della felicità e la realtà soffocante che si celava dietro le foto pubblicate sui social. Fortissime sono anche le testimonianze dei familiari della ragazza, che oggi rimpiangono di essersi fidati così tanto di quel giovane gentile che ha approfittato della loro buona fede. Per giorno infatti, il ragazzo, dopo aver ucciso Gabby, ha mandato alla famiglia messaggi spacciandosi per lei.

La morte di Gabby Petito: un caso che ha sconvolto l’America

L’America ha seguito con angoscia il caso di Gabby Petito, che è diventato in breve tempo un simbolo mediatico. La copertura giornalistica è stata intensa, con aggiornamenti continui e un’attenzione spasmodica sui social. Le persone si sono mobilitate per cercare risposte e giustizia, condividendo indizi e filmati, mentre le autorità hanno avviato una delle ricerche più seguite della storia recente. Ed è stato proprio grazie ai video che alcuni travel blogger avevano girato e conservato, che è stato possibile localizzare il posto in cui, la ragazza era stata vista per l’ultima volta.

Il coinvolgimento del pubblico è stato senza precedenti: migliaia di utenti hanno analizzato ogni dettaglio, dai post di Instagram alle bodycam della polizia che avevano fermato la coppia pochi giorni prima della scomparsa di Gabby. Le ricerche si sono estese in più stati, fino alla tragica scoperta del corpo della giovane in Wyoming, che ha spezzato il cuore di milioni di persone.

Parallelamente, la scomparsa di Brian Laundrie e il suo ritrovamento settimane dopo ha alimentato speculazioni e ipotesi, trasformando il caso in un thriller seguito in tempo reale. La serie ripercorre queste vicende, offrendo uno sguardo approfondito sulla portata emotiva e sociale della tragedia. In molti si sono chiesti per giorni interi dove fosse finito il potenziale assassino di Gabby ma anche quale fosse stato il ruolo della sua famiglia in una storia che ha sconvolto l’intera America. Non era mai successo prima che il fidanzato di una ragazza scomparsa non fosse in prima linea per lanciare appelli con la famiglia, e decidesse di non collaborare. Ci hanno sperato tutti che Gabby fosse vive, fino alla fine, ma era evidente che dietro al silenzio del suo fidanzato, ci sarebbe stato un drammatico epilogo.

Perché guardarla?

Questa serie non è solo un dramma da seguire con il fiato sospeso, ma un racconto necessario che accende i riflettori su una tematica purtroppo attuale. Ogni episodio spinge alla riflessione, offrendo spunti su come riconoscere i segnali di una relazione tossica e trovare il coraggio di chiedere aiuto. Il caso Gabby Petito ha ispirato migliaia di donne a prendere coscienza della loro situazione e a fuggire da relazioni pericolose. La serie di Netflix si inserisce in questo contesto come un monito potente e una voce per chi ancora non riesce a parlare. Sono tantissime le ragazze che in questi anni hanno ringraziato la famiglia di Gabby Petito che ha aperto un sito dedicato alla sua storia ma che serva anche per chiedere aiuto e per sapere a chi rivolgersi in caso di relazione tossica o violenza domestica.

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