Noi-La serie chiude con ascolti in crescita ma non entusiasma: cosa non ha funzionato?
Ascolti in crescita per l'ultima puntata di Noi ma non bastano: che cosa non ha funzionato della serie italiana remake di This Is Us?
Doveva essere la serie rivelazione di questa stagione televisiva ma ha fallito, almeno dal punto di vista dei numeri. Non portare a casa neppure una puntata con ascolti superiori ai 4 milioni di spettatori di media, significa aver floppato, almeno in termini di ascolti. Noi la serie, doveva essere la grande novità di Rai 1, forse a questo punto, troppo moderna per il pubblico della rete che ha bocciato la serie. Tutte le proposte della rime in prime time hanno fatto almeno 4 milioni di spettatori di media ( per non parlare di serie come La sposa o Doc che hanno portato a casa il doppio degli ascolti di Noi). Per cui è chiaro che qualcosa non abbia funzionato. E oggi non vogliamo fare nessun confronto con la serie originale This Is Us, serie di cui vi abbiamo già parlato spesso. Ci concentriamo invece su Noi e su quello che non ha funzionato.
Noi-La serie in Italia non convince: che cosa non ha funzionato?
Molti pensano che Noi sia una serie troppo moderna e diversa per piacere al pubblico della rete, eppure di flashback e di serie che si muovono su diversi piani, ne abbiamo già viste anche tante. Giusto per citarne una che ha più di 20 anni, Lost. Una serie da record di ascolti che si muoveva tra passato e presente e anche su piani parecchio discutibili e fantascientifici. Restando nel made in Italy, la seconda stagione di Doc-Nelle tue mani, ci ha portato avanti e indietro nel tempo, prima dell’inizio della pandemia, durante, dopo. Eppure il pubblico non ha avuto difficoltà a seguire. E le serie con salti temporali e simili, sono ormai all’ordine del giorno. Il primo grande errore fatto in Noi, è stato però il come si sono trattati questi salti temporali, soprattutto nella prima puntata. I primi due episodi sono stati i meno digeribili, i più difficili da seguire e forse è lì che si è giocata la partita decisiva. Il pubblico ha bocciato al primo appello la serie e solo pochi, dopo averla rivista anche su RaiPlay, le hanno dato una seconda possibilità. Purtroppo il biglietto da visita è importante e la prima puntata di Noi non ha coinvolto come si dovrebbe il pubblico. Gli errori sono stati tanti ed è inutile negarli, in primis il cast. Non puoi scegliere attori di primo livello come Lino Guanciale, Aurora Ruffino, Dario Aita e affiancare loro, attori giovani alla loro prima grande fiction, soprattutto se il senso della serie è raccontare a 360 gradi le storie di tutti. Serve un super cast, e in Noi, il super cast non c’era. Ammetterlo è il primo passo per capire che cosa non ha funzionato. Ammettere che ci sono stati degli errori di valutazione, è necessario. Perchè tra l’altro, non siamo neppure di fronte ad attori come Matilda de Angelis che dopo Tutto può succedere ha lasciato il segno, dimostrandosi nonostante la sua giovane età, al livello del resto del cast ( e a proposito della stessa fiction già che ci siamo facciamo anche i nomi di Ludovico Tersigni e Benedetta Porcaroli). Si, stiamo parlando di tre dei migliori talenti giovani del nostro cinema, della tv. Questo serviva a Noi. Non c’è stato.
Come non c’è stata la possibilità di identificarsi nelle storie. Pochi i riferimenti all’Italia del passato, poche le nozioni nostalgiche. Tanti si gli spunti di riflessione ma chi ha visto la serie americana sa bene che non sono il frutto della scrittura nostrana ma qualcosa che si è seguito alla lettera come si fa sempre nei remake. La mancanza di dettagli, la mancanza di particolari messi a fuoco ha anche reso più complicato il salto tra passato e presente. Un esempio su tutti: Rebecca. Se anche si vuole accettare Aurora Ruffino una che per sua fortuna o sfortuna ha 33 anni ma ne dimostrerà a vita 18, allora devi chiamare l’artiglieria pesante. I truccatori Rai ci hanno abituato a delle magie con Tale e quale show, come è stato possibile non sapere invecchiare nel modo giusto la Ruffino che a stenti, interpretando una donna di 60 anni, ne dimostrava 40? Se bisogna mettere dei paletti, aiutare il pubblico a capire, non puoi avere una attrice che sembra la sorella dei suoi figli. E se proprio su piazza non c’era una attrice più adatta ( ricordiamo che Serena Rossi fosse la prima scelta, almeno così si dice), aiutala con il trucco, fai un miracolo.
La sensazione, almeno da parte nostra, è stata quella che chi ha lavorato alla serie, ha creduto di poter fare meglio di This Is Us; il che poteva anche accadere, e non sarebbe stato la prima volta. Ma la puzza sotto il naso di considerare la serie americana qualcosa di troppo melodrammatico, di troppo smielato, ha poi portato a questi risultati. Numeri che oggi mettono persino in discussione la seconda stagione di Noi ( mentre la Rai aveva acquistato i diritti per la prima , la seconda e la terza).
Un peccato. Perchè se una fetta di pubblico ha apprezzato e gradito, in fondo 3,6 milioni di spettatori ieri sera hanno seguito il finale di Noi, vuol dire che c’era del buon materiale per far bene; ma bisognava cogliere altro di questa serie, come anche l’importanza delle storie di Daniele ( che forse è stata raccontata nel peggiore dei modi possibili, a iniziare dalla scelta di affiancargli una moglie bianca). I problemi di Claudio con l’alcol, di cui praticamente si è visto ben poco nella serie. I disturbi alimentari di Cate. This Is Us, come Noi, è una serie che invita a riflettere su tantissime tematiche: adozione, razzismo, integrazione, inclusività, rapporti genitoriali, ambizioni fallite, sogni riposti nel cassetto, difficoltà economiche, dinamiche familiari a 360 gradi. Quanto di tutto questo si è visto realmente in Noi? Quanto abbiamo realmente empatizzato con i protagonisti, fatto il tifo per loro o magari anche odiato le loro scelte? Una riflessione anche su questi aspetti potrebbe portare a comprendere che cosa ha funzionato e cosa no in una serie che aveva tutte le premesse per essere qualcosa di grande, ma che resterà una delle tante proposte Rai non valorizzate nel modo giusto.