Tutti parlano del Truffatore di Tinder il docufilm di Netflix
Spopola su Netflix il docu film Il truffatore di Tinder: la storia di Simon che ha truffato decine e decine di donne per 10 milioni di euro
Stentiamo ogni volta a crederci quanto sentiamo parlare di truffe romantiche. E’ successo pochissimi mesi fa quando Le Iene, hanno raccontato in modo egregio la storia di Roberto Cazzaniga, un uomo che per 15 anni ha creduto di essere fidanzato con una modella brasiliana che non aveva mai visto. E succede anche questa volta dopo che Netflix ha lanciato nel mondo la storia del truffatore di Tinder. Un uomo che le sue vittime le corteggiava, le incontrava, le faceva innamorare. Non solo una voce, non solo una immagine sul computer o dietro un telefono ma una strategia studiata in ogni minimo dettaglio che avrebbe portato, il truffatore di Tinder, a truffare migliaia di donne in tutto il mondo per cifre che superano di gran lunga, i 10 milioni di dollari. Oggi tutti parlano di Simon, un uomo che ha ingannato migliaia di donne, che ha pagato almeno per due volte con il carcere ma che in questo momento, è ancora libero di essere quello che è stato e chissà, magari di tornare a fare quello che faceva prima. Perchè alla fine di tutta questa storia, quello che resta è il finale: Simone, il truffatore di Tinder, dopo i pochissimi mesi di carcere, torna un uomo libero. Le sue vittime invece, sono ancora travolte dai debiti che per causa sua, si sono ritrovate a dover ripagare.
Non solo. Metterci la faccia non è stato facile. Perchè nelle truffe amorose, l’empatia di chi ascolta la tua storia è pari a zero e quasi sempre, di fronte a una storia di questo tipo il commento è: “Che stupida, come hai fatto a crederci, te la sei andata a cercare“. Ma se Roberto Cazzaniga, ha creduto per 15 anni di essere fidanzato con una donna con la quale ha fatto solo del sess0 telefonico, perchè queste donne, che con Simone, il truffatore di Tinder, sono andate in giro in tutto il mondo, sono state al suo fianco su un jet privato, hanno condiviso cene, vacanze ed emozioni, non avrebbero dovuto credergli in tutto e per tutto? Alla base ovviamente, c’è la fragilità di queste donne che si sono buttate a capofitto in una relazione travolgente, arrivando a non rendersi conto di tanti segnali, chiari per chi vive la storia da fuori, ma impossibili da interpretare per chi è alla folle ricerca del grande amore. Dietro ogni vittima c’è la storia storia, quella che forse il docu film di Netflix trascura. Nel documentario infatti si raccontano per filo e per segno la truffa ed era forse questo lo scopo principale della narrazione ma non si spiega come una donna può cadere in una simile trappola senza porsi delle domande, senza che nessuno intorno a lei si ponga un dubbio.
Tutti parlano del truffatore di Tinder
Il truffatore di Tinder è diretto da Felicity Morris e racconta la storia vera di Shimon Hayut, alias Simon Leviev, che, ingannando centinaia di donne, è riuscito ad ottenere la cifra di 10 milioni di dollari. Oggi però, dopo la visione del docu film, tutti parlano del mitico Simon, capace di fare la bella vita, di continuare a mostrarsi sui social con le macchine da milioni di euro, nella sua villa con piscina. Cosa c’è di vero in questa ostentazione sui social? Non è dato sapere ma il vero nocciolo della questione è proprio questo. Perchè alla fine di tutta questa storia, non abbiamo empatizzato con Pernilla, con Cecile che hanno visto il loro mondo crollare e invece, siamo tutti lì a cercare anche sui social, il profilo di Simon per capire come alla fine se l’è cavata? Perchè in qualche modo, il truffatore di Tinder, ha sedotto anche noi. Il metodo della narrazione ti porta inevitabilmente a ricordare che fino a qualche mese prima quell’uomo viveva in un ostello e mangiava avanzi al centro commerciale ( questo era quello che raccontava alle sue vittime). Oggi gira con macchine di lusso in tutto il mondo e fa regali alla modella con cui si è fidanzato, alla Cristiano Ronaldo, per intenderci. Come è possibile quindi che dopo aver visto quasi due ore di un docu film, non si provi rabbia, disprezzo verso quest’uomo e sincero affetto verso le donne incapaci di rendersi conto della truffa nella quale sono state coinvolte? La scelta della narrazione fatta da Netflix un po’ delude da questo punto di vista.
La vera storia del truffatore di Tinder
Nel docu film, anche se sentiremo il protagonista negare al telefono tutte le accuse che gli sono state rivolte, viene ricostruita parte della storia di Simon, quella che i giornalisti norvegesi hanno provato a raccontare grazie alle testimonianze di alcune donne coinvolte. Sappiamo quindi che Shimon venne catturato nel 2019, in Grecia e condannato a 15 mesi di reclusione, venendo poi rilasciato dopo 5 e costretto a pagare un risarcimento di 43.289 dollari. L’arresto sarebbe arrivato dopo la segnalazione di una donna che aveva capito che Simon era su un volo che da Praga lo avrebbe portato ad Atene e che aveva segnalato tutto all’Interpool. Nel 2011 Shimon era stato già sotto processo per frode, ma era riuscito a fuggire prima che il processo iniziasse, adottando poi una nuova identità e iniziando a truffare donne su Tinder. Nel 2015 aveva invece scontato una condanna di 2 anni in un carcere finlandese con l’accusa di aver truffato 3 donne. Una accusa che Simone, nel corso delle storie con le altre donne, aveva negato. “Sono rimasta scioccata dalla decisione di rilasciarlo“, ha dichiarato Pernilla Sjoholm, un’altra delle vittime di Hayut. “Sono davvero delusa dal sistema giudiziario israeliano che dà a un uomo del genere una pena ridotta. Ha ingannato le persone e lascia la prigione dopo cinque mesi?“.
Che cosa resta alla fine di questa storia? Il senso di ingiustizia perchè quest’uomo, che per molti altri è un mito in questo momento, dopo che Netflix ne ha raccontato la vicenda, di lavoro fa persino il consulente finanziario. Un altro schema Ponzi è chiaro: chiede denaro per fare denaro. Nulla di nuovo sotto il sole. Simon, che non ha voluto dire nulla in questo docu film di Netflix si è limitato solo a minacciare il colosso: denuncerà tutti per diffamazione.