Sotto copertura dà poco spazio alla realtà: è il trionfo del romanticismo
La nostra recensione di Sotto Copertura la fiction che ha incassato un boom di ascolti ma che ha deluso dal punto di vista della narrazione: troppo romanticismo e poca attenzione alla realtà?
Quasi 6 milioni di spettatori ieri hanno seguito la prima delle due puntate di Sotto copertura, una fiction piacevole da seguire che però ci ha lasciato per certi versi un sapore strano in bocca. La storia è quella che tutti conosciamo: un paese intero che continua a proteggere il boss Antonio Iovine fino al giorno della sua cattura, una squadra di poliziotti coraggiosi pronti a ogni genere di sacrificio per far trionfare la giustizia. E in effetti pensavamo che sarebbe stato proprio questo il senso del racconto di Sotto copertura: straordinari non pagati, lavoro in un garage senza luce e aria, sacrifici e umiliazioni. Ingredienti che ci sono ma che vengono dosati con il conta gocce per lasciare spazio a un altro punto di vista. La lente di ingrandimento infatti non ci mostra gli omicidi, il lato brutto di Casale ma va oltre. Punta tutto sul romanticismo nelle sue varie sfaccettature mettendo al centro della narrazione la storia d’amore tra Emilio e Anna che diventa quindi la parte principale di una storia della quale invece i protagonisti sarebbero dovuti essere altri. I poliziotti con le loro famiglie sono passati in secondo piano e anche i loro problemi sono stati analizzati sotto una lente diversa: il compagno morto nell’operazione che dà la svolta alle indagini; una famiglia distrutta dal tradimento del marito poliziotto che adesso non può vedere i suoi figli e un’altra che si sta per distruggere con una moglie che esce e lascia i suoi figli a casa con la nonna tanto il papà è sempre impegnato con le sue battaglie contro i cattivi. Il ragazzo che da pochi anni è entrato in polizia per il grande amore che Don Diana gli ha dato per la sua terra che si innamora di chi invece questa terra la odia, la figlia del commissario Romano che per la sua Napoli farebbe di tutto. E il grande amore di Emilio: Anna. L’ha sempre amata, fin dal primo sguardo ma lei è la donna del boss e lui non lo sa.
Sotto questa strana lente di ingrandimento anche Iovine passa quasi per un “buono”. Sgrida i suoi figli in questo gesto romantico con il quale ricorda sua moglie: una grande donna che sta in carcere e che i figli devono andare a trovare. Tutti i regali che il boss fa ad Anna per darle a lei e alla sua famiglia una vita migliore. Il boss che può uscire e andare a cena fuori come se nulla fosse nonostante sia un latitante. E poi il grande amore che Anna prova per il ragazzo che non le può regalare un anello con diamanti ma lo fa fare con la pietra del Vesuvio, la terra sulla quale si sono baciati per la prima volta…Insomma dove sono finite le intercettazioni, le indagini, la forza di questi poliziotti disposti a tutto pur di beccare l’uomo che non li ha fatti dormire per anni? La sensazione è che la fiction abbia puntata ad accontentare il pubblico senza rispettare quello che era il suo obiettivo.
Il che non vuol dire che si è trattato di un prodotto poco valido, ma forse poco incline a quella che doveva essere la mission di questa fiction.
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