Matteo Berrettini distratto da Melissa Satta? Lo sfogo del tennista
Matteo Berrettini si sfoga e parla del legame con Melissa Satta, perché non è una colpa amare
Matteo Berrettini e Melissa Satta non desideravano di certo parlare della loro storia d’amore in questo modo. E’ assurdo che Matteo Berrettini debba ricevere insulti per quelle che lui stesso definisce frustrazioni di altri. Il tennista fuori dal primo turno a Indian Wells è diventato bersaglio di attacchi e con lui la sua fidanzata. C’è chi indica Melissa Satta come una distrazione per Berrettini che a questo punto risponde. Lo accusano di perdere per la storia d’amore che sta vivendo con l’ex velina di Striscia la notizia ma il 26enne mette fine alle stupide illazioni. E’ finito al 23esimo posto e i suoi fan non glielo perdonano. E’ a La Repubblica che prima di tutto dice “L’amore non è una colpa”. Dal numero 6 al numero 23 ma lo sportivo non si abbatte, la stagione è lunga: “Presto tornerò al meglio” poi prosegue, il suo sfogo è importante.
Matteo Berrettini: “Melissa e io ci siamo trovato”
“Melissa e io ci siamo trovati. Ma stiamo parlando di un fatto privato, molto positivo e di cui sono felice. Non è una colpa se siamo seguiti e ci fanno le foto. Sto vivendo una relazione sentimentale come tutti gli altri ragazzi della mia età – spiega – Normale, e anche qui mi spiace che una cosa talmente positiva, che è un sentimento poi, venga girata come una distrazione professionale. L’amore non è una colpa. Al di là degli haters mi spiace per quelli che di tennis ne sanno: non sono critiche costruttive e non ne capisco le ragioni”.
Parla di emozioni e di stanchezza, di incidenti e di prestazioni che non possono essere alle stelle perché si è umani. “Non è che si sale sempre in termini di prestazioni. Siamo umani: ci sono le emozioni, la stanchezza, gli incidenti. Manca un pochino di equilibrio. Capisco che ci siamo abituati al Federer-Djokovic-Nadal che hanno dominato il tennis facendo sembrare normale essere n.1 per 10 anni, invece non lo è – prosegue – Mi piace lasciare questo messaggio di normalità. Mi sveglio la mattina con le stesse paure, l’ansia e gli stessi pensieri di qualsiasi altri ventisettenne, italiano e del mondo. Quindi dico: cerchiamo di giudicarci meno, io ci provo in primis”. Un messaggio di normalità e la richiesta di avere rispetto della sua vita privata, basterà questo per far tacere tutti?