Alberto Matano e Riccardo: dopo 15 anni d’amore, oggi sposi
Per la prima volta Alberto Matano parla della sua storia d'amore con Riccardo a poche ore dall'unione civile
In una lunga intervista a firma di Walter Veltroni sul Corriere della sera, Alberto Matano per la prima volta ha parlato pubblicamente della sua storia d’amore con Riccardo, che oggi, diventerà suo marito. E’ il giorno della loro unione civile, che sarà officiata da Mara Venier. E’ il giorno del trionfo dell’amore. Il giornalista ha spiegato: “Sono quindici anni che stiamo insieme. Durante una cena, un paio di mesi fa, Mara, la nostra amica del cuore che oggi celebrerà, ha detto che sarebbe stato bello che noi ci sposassimo. Riccardo ha subito detto di sì. Era euforico. Io anche ero contento.” Ma non è stato facile arrivare a prendere una decisione e il conduttore de La vita in diretta racconta: “Poi, nel fine settimana, sono entrato in crisi. Ho pensato a tutto quello che ci circondava, alla dimensione esterna di qualcosa che ci riguardava così privatamente. La sera, a casa, abbiamo parlato, abbiamo discusso, ci siamo accapigliati, ci siamo abbracciati e abbiamo deciso che sì, era la cosa giusta da fare. Oggi celebreremo un amore che merita un vestito formale.”
Alberto Matano oggi sposa il suo Riccardo
Guardandosi indietro, ricorda quello che è stato e racconta: “All’inizio ho avuto una vita eterosessuale, avevo successo con le ragazze. A 24 anni ho interrotto una storia d’amore. Capivo che dentro di me c’era altro, che dovevo esplorarmi, capirmi. Per dieci anni sono stato irrequieto. Cercavo un’appartenenza, anche esasperata. Pensavo che questo mi desse sicurezza. Qualcuno ci riesce. A me invece un’identità chiusa stava stretta. “
E poi: “Una mia amica psicoterapeuta un giorno mi ha parlato del continuum psicosessuale come di un punto dove ciascuno di noi si può trovare, che non è mai uguale a quello di un altro.“
Tutto però è stato chiaro quando nella sua vita è arrivato Riccardo: ” Poi è arrivato Riccardo e tutto, nella mia vita, si è stabilizzato. La mia stabilità è stata una persona, non un’identità.”