Il figlio di Linus sta recuperando, il deejay racconta la tragedia di quei giorni (FOTO)
Michele, il figlio di Linus, sta bene e il deejay racconta il dramma di quei giorni, il momento più brutto e la paura che forse non supererà mai (foto)
Il peggio è passato per Linus, per la sua famiglia e soprattutto per il piccolo Michele (foto). L’incidente di suo figlio avvenuto pochi giorni dopo Capodanno gli aveva fatto vivere un film orribile e aveva tenuto col fiato sospeso quanti seguivano la vicenda. Adesso Miki sta recuperando, manca poco alla ripresa totale e Linus commenta: “Le chiamano sliding doors . La tua vita che si rivoluziona in un istante, per una casualità. Il 4 gennaio ero in vacanza a Riccione e stavo facendo le valigie per tornare a Milano, e mezz’ora dopo ero sull’ambulanza con mio fglio che non muoveva più le gambe”.
E’ al settimanale Vanity Fair che racconta che in quegli istanti il futuro gli sembrava impossibile anche solo da immaginare. In quei momenti ha pensato che tutto fosse finito per sempre, che avrebbe mollato tutto, che non avrebbe più lavorato.
Per fortuna quei brutti pensieri non si sono avverati, ma quei cinque giorni in ospedali sono stati tremendi.
Michele ha 11 anni e mentre Linus stava facendo valigie per tornare a casa è caduto dopo essersi arrampicato su una sedia. Ha sbattuto la spina dorsale contro il bordo del letto: shock midollare dicevano i medici escludendo lesioni, ma il figlio di Linus non muoveva più le gambe.
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Dalla serenità alla corsa in ospedale in ambulanza. Racconta di aver preso suoi figlio in braccio, di averlo sistemato sulla sedia a rotelle, di avergli sistemato i piedi, quei piedini che chissà quante volte aveva accarezzato.
Tutto è passato e il deejay racconta che di quei giorni gli resta stranamente un ricordo bellissimo: “Perché c’era soltanto amore. Mentre nella vita quotidiana c’è l’invidia, ci sono i soldi, le complicazioni, l’egoismo, in quei momenti c’era solo il fatto di stare con mio figlio”.
Non sa se da padre ha superato il trauma ma sa che suo figlio adesso sta bene: “È a casa, continua la riabilitazione perché ha ancora qualche piccolo deficit motorio, per esempio quando scende le scale. Ma adesso ha recuperato all’80-90 per cento”.
Ricorda il momento più brutto in ospedale quando Michele ha fatto la risonanza magnetica: “Michele nel tubo, io fuori accanto a lui, e dall’altra parte del vetro i medici. Quaranta minuti così, da un lato a incoraggiare mio figlio, dall’altro a cercare di decodifcare le facce della neurologa e dei tecnici: se scherzavano tra di loro voleva dire tutto bene, se guardavano incuriositi era grave. È stato come aspettare la condanna a morte”.