Eleonora Daniele era insicura, sempre presa in giro: “sono cresciuta con la sindrome del brutto anatroccolo”
Sulla copertina di Gente Eleonora Daniele sorride sicura ma nel suo passato c'è la sindrome del brutto anatroccolo
Eleonora Daniele guadagna la copertina di Gente e questa settimana tra le pagine della rivista racconta un po’ della sua vita, di oggi ma anche del passato. E’ una delle conduttrice Rai più ammirate, il suo lavoro in tv in primo piano lo sfrutta al meglio per dare voce a chi non ce l’ha, le buone cause che sposano le prende a cuore, non le lascia indietro parlandone solo nello spazio di un programma. Il successo di Storie Italiane prosegue ma se oggi è così sicura in passato non lo era per niente, ostentava sicurezza ma fingeva. Eleonora Daniele non è la prima volta che confida di avere avuto la sindrome del brutto anatroccolo, è così che è cresciuto con la convinzione di essere come le dicevano. La prendevano in giro e la chiamavano alicetta.
Eleonora Daniele, l’insicurezza del passato e quanto è cambiata oggi
“Ero insicura anche se ostentavo sicurezza, e sono cresciuta con la sindrome del brutto anatroccolo. Da bambina ero alta e secca secca, timidissima, a scuola mi prendevano in giro e mi chiamavano alicetta oppure Olivia, come l’amica di Braccio di Ferro – a Gente racconta – Ho due sorelle più grandi e quelle belle erano loro. Fino a un certo punto non avevo la sensazione di poter piacere. La consapevolezza di essere femmina è arrivata con il tempo”.
La prendevano in giro anche a scuola, era alta e molto magra e di certo non riusciva a piacersi. “A 17 anni mi sono trasformata. Ero alta, avevo un corpo da donna, i ragazzi cominciavano a guardarmi con occhi diversi, mi dicevano che ero diventata un’altra Olivia, e si riferivano alla Newton-John di Grease. Migliorava la mia autostima ma l’insicurezza restava. Mi sento bene nella mia pelle e questo deriva dal fatto che sono soddisfatta del mio percorso di donna e di professionista”.
Poco tempo davanti allo specchio, la Daniele non per niente vanitosa ma è egocentrica: “mi definirei un po’ egocentrica, mi piace fare un lavoro che mi porta a essere sopra un palcoscenico se questo si traduce anche nel fatto di poter mettere la mia immagine al servizio di buone cause”.
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Il tempo che passa non la preoccupa, anzi, è uno stimolo: “per tenermi in forma, per mantenermi giovane allenandomi come mai prima d’ora, tra padel e kickboxing, per far emergere la femminilità. E anche se dopo i 45 anni ti accorgi che qualcosa sta cambiando nel tuo corpo, capisci che la testa ha un potere pazzesco. Oggi ho quella consapevolezza che mi porta a dire: ‘Mi piaccio di più di quando ero ragazzina’. Se ripenso a come mi sentivo una volta”.