Sabrina Ferilli ha provato ad adottare un figlio: “Ma questo è un Paese strano”
Sabrina Ferilli a Vanity Fair racconta perché non è riuscita ad adottare un figlio
Sabrina Ferilli anni fa ha raccontato di aver provato ad adottare un bambino, ad avere un figlio ma non è stato possibile. Oggi a Vanity Fair Sabrina Ferilli torna sull’argomento, non si tira indietro davanti alla domanda. Non è una mamma, non ha figli, i rimpianti e cosa è accaduto, perché non è riuscita ad adottare, ad avere un figlio.
E’ un argomento delicato, parla solo del tentativo di adottare ma non ha alcun problema a confermare che un figlio non le manca, che non ha forse mai sentito fortissimo il desiderio di diventare mamma. Sabrina Ferilli ha provato la strada dell’adozione in una storia d’amore precedente a quella con Flavio Cattaneo, il suo attuale marito. (Il regalo speciale di Sabrina per i 60 anni del marito)
La prima volta
Ha provato ad adottare ma non era con Flavio, poi si è separata, avrebbe voluto un figlio anche da single ma non è stato possibile.
Ho provato una prima volta, ma poi mi sono separata. E avrei voluto anche dopo, da single, ma questo è un Paese strano, tutti possono fare tutto, ma per fare le cose più normali ci sono mille paletti, adottare è difficilissimo – racconta la Ferilli – Non solo devi essere sposato, devi anche attraversare tutta una serie di passaggi burocratici, una selezione psichiatrica, gli assistenti sociali, avere soldi… – aggiunge – Tutte cose che non fa chi decide di fare dei figli, che non viene esaminato. Le regole vanno rispettate, ma devono essere fatte per il bene, se sono fatte per il male, in questo caso dei bambini, non va bene
Ha ragione, basta riflettere davvero poco per capire che in questo modo non si pensa al bene dei bambini che crescono senza genitori.
Nessun rimpianto
Ha desiderato per n periodo avere dei figli, poi ha capito che non era il suo vero percorso, che non era quella la sua idea di completezza.
C’è un periodo, per una donna, in Italia, in cui pensi che il matrimonio, i figli, siano un’idea di completezza. Io crescendo ho pensato che non fosse del tutto la mia strada, e così è rimasto – ma c’è altro – Anche perché poi non era più il tempo di farlo. Ma non ne ho fatto mai mistero, non mi ha mai procurato dolore, non sono una che pensa a “quello che poteva essere”, la vita va come deve andare – oggi ha altro – Ho investito molto sul mio lavoro e il riscontro c’è stato, sono sana, ho degli amici che mi porto dietro da una vita e che sono famiglia, una cortina di affetto e affidabilità