Luca Barbareschi perso tra travestiti e autodistruzione, le rivelazioni di Massimo Fini
Sconvolgono le rivelazioni di Massimo Fini sul passato di Luca Barbareschi. Parte del racconto era già noto ma nessuno immaginava fino a che punto arrivassero le trasgressioni dell'attore
Un po’ di tempo fa Luca Barbareschi confessò il suo malessere, le sue trasgressioni del passato. Il giornalista Massimo Fini, amico dell’attore, va oltre e rivela la sua “vocazione all’autodistruzione”. Barbareschi l’abbiamo visto di recente tra i protagonisti dello show di Carlo Conti, pronto a mettersi in gioco imitando grandi artisti. Ma lui che un grande artista in alcuni periodi ci è sembrato davvero, come ha potuto arrivare a tanti eccessi nella sua vita? In un’intervista rilasciata a Vanity Fair Barbareschi disse: “Non è bello sconvolgersi e ritrovarsi il giorno dopo nel letto di qualcuno che non sai neppure chi sia. Inoltre, col tempo, ho capito che la trasgressione arriva a un punto di stallo. Lo puoi fare in due, in tre, con un altro uomo, una trans, ti leghi. Ma più in là di tanto non puoi andare”.
Massimo Fini nell’autobiografia Una vita racconta di più del suo amico, e l’uomo che vediamo protagonista sembra così lontano dall’artista: “Alle quattro e mezza suona il citofono. «Sono Luca. Sono al quinto ‘travesta’, ho bisogno di trecento euro». «Sali». È Luca Barbareschi. Gli dò i trecento euro e si dilegua nella notte. Questa scena, nel corso degli anni, si sarà ripetuta tre o quattro volte. L’ultima un paio di anni fa. lo non dò mai giudizi sulle perdizioni altrui. Ho già da pensare alle mie. Né tantomeno azzardo predicozzi morali”. Il racconto prosegue e Fini sottolinea che in quel periodo Luca aveva trovato un equilibrio perché aveva una nuova compagna, una meno spettacolare ma più adatta: “Gli dissi: «Luca, fermati…». Ma sapevo che non c’era nulla da fare. Quando una persona è in quelle condizioni non sente ragioni. Anzi vedendo, mentre aprivo il portafoglio, che avevo molti quattrini (a me piace girare con ‘la fresca’, è un’abitudine contratta al tavolo del poker, l’unico posto, ormai, dove si vede il contante), mi chiese altri cento euro oltre i tradizionali trecento. Se ne andò barcollando.
Era in condizioni spaventose, alla Lapo Elkann”.
Due giorni dopo Barbareschi gli telefonò e Fini gli chiese: “Senti Luca, se torni un’altra notte in quelle condizioni cosa devo fare? Darti i quattrini o cacciarti via a calci in cul*?». «Cacciami a pedate nel cul*». Per fortuna non se n’è più presentata l’occasione”.
Non esprimiamo giudizi, magri questo racconto può far bene a qualcuno.
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