A maggio arriva la serie tv di Gomorra
A maggio arriva la serie tv di Gomorra. Dopo libro e film, in arrivo anche un telefilm di sicuro successo
A maggio arriva la serie tv di Gomorra. Il libro di Saviano ha ottenuto un successo enorme e da qui è nato il film e poi la serie tv. A distanza di anni, rimane alto il successo di queste storie che parlano della malavita presente non solo nel sud Italia, ma anche al centro-nord e all’estero. Da maggio arriva su Atlantic (canale tv di Sky) la serie Gomorra. Composta da 12 episodi, di 50 minuti ciascuno, la serie tv è stata prodotta da Cattleya e Fandango in collaborazione con La7 e Beta Film. Ogni puntata è costata poco più di un milione di euro. La supervisione artistica è del regista Stefano Sollima (Romanzo criminale – La serie e A.C.A.B.), che la dirige assieme a Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Gli attori del telefilm sono tutti campani e pare che la serie tv abbia poco in comune con il libro: in comune ci sono le ambientazioni, le tematiche e la lotta tra i due clan rivali. Girata in circa 6 mesi tra Milano, Ferrara, Barcellona, Torre Annunziata e Napoli, Gomorra è stato girato tra la differenza di parte del popolo campano, perché a detta loro dipingerebbe negativamente la zona. Gomorra si appresta a divenire un successo internazionale – come Romanzo Criminale – ed è già stata venduta in una trentina di Paesi. D’altronde, il romanzo di Saviano, pubblicato nel 2006 da Mondadori, è stato tradotto in 52 lingue e ha venduto più di 12 milioni di copie in tutto il mondo, con oltre 2,2 milioni soltanto in Italia. Il libro di Saviano fa aprire gli occhi su molte storie poco note al grande pubblico e come sempre fanno le opere di successo. Ha fatto discutere. C’è chi ha accusato lo scrittore di alterare la realtà (ad esempio, ha descritto la scena della morte di una ragazzina abbellendo la sua immagine), ma basta analizzare lo scritto per capire che Saviano lo ha fatto per uno scopo simbolico: mitizzare la figura di chi si ribella alla criminalità. C’è poi chi non ha capito il stile denominato new journalism e che prendo spunto da Truman Capote. E chi infine ha banalmente criticato il libro perché parla di storie già risapute. A ogni modo, da quello che risulta senz’altro uno splendido libro, è stato tratto un film all’altezza e diretto da Matteo Garrone. Il regista, sempre minimalista, è riuscito a far emergere gli orrori descritti nel libro. Un grande Toni Servillo si è prestato ancora una volta a mostrare il lato negativo dell’Italia. Adesso è arrivata anche la serie tv e l’attesa è alta, come probabilmente lo sarà anche la qualità.
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