Verissimo anticipazioni 23 novembre, la lettera di Fabrizio Corona dal carcere
Le anticipazioni di Verissimo per la puntata del 23 novembre 2013: Silvia Toffanin legge la lettera di Fabrizio Corona
Vi avevamo detto nelle anticipazioni di Verissimo che riguardano la puntata in onda domani 23 novembre 2013 che la Toffanin averebbe avuto l’ennesimo ospite da Il segreto ma non vi avevamo detto che avremmo visto anche la mamma di Fabrizio Corona. La signora Gabriella sarà in studio perchè Fabrizio ha scritto una lettera dal carcere, una lettera indirizzata proprio a Silvia, una persona che deve aver fatto breccia nel cuore dell’ex fotografo dei vip. Nella puntata di Verissimo in onda domani si parlerà quindi delle condizioni di salute di Fabrizio, in carcere ormai da mesi. Corona ha ricevuto la visita del piccolo Carlos che è stato accompagnato dalla nonna e da Nina Moric. Ma vediamo alcuni spezzoni del testo di questa lettera.
Nella puntata di Verissimo in onda il 23 novembre 2013 la lettera di Fabrizio Corona
Penso che dopo la scoperta di una grave malattia, il carcere sia la cosa più brutta che possa accadere ad un uomo. È la realtà dell’inferno in terra, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell’indifferenza istituzionale.
Queste alcune righe della lettera che Corna ha deciso di far avere a Silvia Toffanin. Scrive anche che alle persone che gli chiedono come sta risponde bene, ma che avrebbe risposto allo stesso modo anche dopo trenta coltellate.
io continuo a combattere come ho fatto dal primo giorno che sono entrato in questo nuovo mondo, con questa nuova vita, per dimostrare che nei momenti di difficoltà si deve niente affatto ripiegare le ali, abbassare il tiro, ma anzi, tentare di rilanciarsi lavorando sui propri margini di miglioramento e sulla riscoperta dei valori veri e dei sentimenti come l’orgoglio e il coraggio, perché alla fine, quello che conta veramente (nothing else matter) è il carattere e il cuore che metti nella tua vita.
Tutto questo sempre con il dito medio alzato come è nello stile di Fabrizio Corona, uno stile che neppure il carcere cambia!
Oggi, chiuso dentro la mia cella, la numero 1 del primo reparto del carcere di massima sicurezza di Opera, guardandovi seduto dal mio sgabello di legno mezzo rotto, attraverso un minuscolo televisore degli anni Settanta, voglio vedere mia madre sorridere: ha già pianto e sofferto troppo. Un bacio e un ringraziamento speciale a te, Silvia. Con affetto.