Alessandro Gassman: “Papà Vittorio mi ha imposto di fare l’attore”
Alessandro Gassman si è raccontato durante la Giornata degli Attori al Roma Fiction Fest
Al Roma Fiction Fest,Alessandro Gassman in un incontro moderato da Steve Della Casa, direttore artistico del festival, ha raccontato di se, dei suoi progetti futuri, della sua vita e del rapporto con il suo famosissimo papà Vittorio Gassman. Noi c’eravamo e abbiamo avuto la fortuna di assistere a questo evento, al quale Alessandro si è presentato in splendida forma. Gassman ha esordito dicendo che attualmente sta lavorando su tre diversi set cinematografici, in cui parla un dialetto diverso in ciascuno e che dunque si scusava per la sua inflessione. Infatti è impegnato con Una Grande Famiglia in cui parla brianzolo, poi ha iniziato le riprese di Tutta colpa di Freud, mentre martedì inizierà a riprendere I nostri ragazzi, che parla di possibilità di perdono. Nonostante la pellicola sia drammatica, si è detto davvero molto felice di esserne il protagonista. Gassman ha molto divertito il pubblico raccontano delle sue vicissitudine legate al suo cognome importante e al suo papà. Infatti ha frequentato La bottega teatrale di Firenze, diretta da Vittorio Gassman, ma per entrare fece il provino con Alvaro Piccardi, un altro regista, che non era neppure tanto d’accordo con le sue qualità artistiche. In realtà Alessandro non si applicava, faceva tutto contro voglia perchè non voleva fare questo lavoro ed era ovviamente visto come il raccomandato di turno. Alessandro infatti ha raccontato delle sue avventure scolastiche e del suo rapporto con i docenti: c’erano i prof che visto il suo cognome importante lo adulavano lo stesso, mentre altri a maggior ragione lo trattavano peggio. Dunque, visti questi presupposti, siccome a scuola era molto svogliato, combinava guai, non aveva voglia di studiare, non era fortissimo in nessuna materia, il padre Vittorio quasi come minaccia gli impose di lavorare visto che la scuola non era il suo forte. Per questo motivo lo costrinse a prendere parte nei suoi diversi film. Dunque la via del lavoro sembrava la soluzione migliore. Alessandro Gassman ha poi cambiato idea e capito che fare l’attore era proprio quello che voleva fare quando lavorò alla commedia teatrale Quando eravamo repressi. Fu stimolato dall’idea che recitando si poteva anche far ridere e da quel momento abbracciò l’idea di voler fare l’attore, in maniera consenziente alla volontà di suo padre. Carriera intrapresa davvero bene.
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