Morgan: “Trovarono mio padre nel parco”, il biglietto in tasca e lo strano saluto
Morgan racconta tutto del suicidio del padre che non riesce a dimenticare
Aveva 15 anni Morgan quando suo padre è morto, un suicidio che gli ha cambiato la vita, momenti che non riesce ancora oggi a dimenticare. Suo padre aveva 46 anni, lo trovarono nel parco di Monza. Morgan al Corriere della Sera racconta di quella giornata, ricorda che sulla canna della biciletta tutti i giorni portava sua Rossella Roberta, che aveva un anno più di lui, a scuola, a due chilometri di distanza da casa, al liceo Zucchi di Monza. Non dimenticherà mai che quel mattino suo padre fece una cosa che non aveva mai fatto, si affacciò alla finestra e li salutò con la mano. Non era sua abitudine e solo dopo Morgan capì il significato di quel gesto. C’è un altro dettaglio che nella tragedia della morte del padre il musicista non riesce a dimenticare.
Morgan il suicidio del padre
“Lo trovarono nel parco di Monza. In tasca aveva il biglietto di un negozio di strumenti musicali: era andato a informarsi sul costo di una batteria Korg per me”. Costava 400 mila lire e lui non le aveva. Voleva fargli una sorpresa ma non poteva. Confessa che ancora oggi che ha 50 anni gli dispiace così tanto.
“Oggi la chiamerebbero crisi depressiva e ci sarebbero gli strumenti medici per curarla. Era un uomo intelligente, sensibile, a suo modo raffinato, colto. Mi trasmise la passione per la musica. Era un cavaliere, di quelli che aprono le porte alle signore. Un po’ vanitoso: aveva molte cravatte, che custodisco come cimeli: da lui ho imparato una cosa che non sa fare nessuno, annodarmi il papillon. Era affettuoso e dolce, ma poteva diventare molto duro”.
Morgan ricorda una volta che gli spaccò la chitarra. Non c’era un vero motivo, Marco non aveva fatto niente di male, era una rabbia ingiustificata la sua. “Poi realizzò, si pentì, uscì a comprarmi un’altra chitarra. Ce l’ho ancora, quando la guardo mi commuovo”.
Non crede che dopo la morte ci sia altro ma vorrebbe, ci prova: “Mi piacerebbe molto. Credere consola. Penso la morte non come un’interruzione, ma come un compimento. Però adesso devo occuparmi dell’aldiqua”.