Elena Santarelli: i sintomi quando ha scoperto il tumore del figlio
Elena Santarelli racconta i sintomi che hanno portato alla diagnosi del tumore del figlio
Elena Santarelli ricorda tutto, non può dimenticare niente di quel terribile periodo, del tumore di suo figlio Giacomo, i sintomi prima di quelle parole durissime. Era il 30 novembre del 2017, il giorno della diagnosi, il figlio di Elena Santarelli e Bernardo Corradi aveva 8 anni, la piccola Greta solo 1 anno. E’ un passaggio indelebile ed Elena ne parla spesso e oggi ricorda tutto al Corriere della Sera, perché domani è una giornata importante, è la Giornata mondiale sul cancro infantile. Elena Santarelli sostiene la Fondazione Veronesi, la ricerca salva la vita, la cura, l’agire il prima possibile. Al Corriere confida che non ha mai avuto grandi ansie per piccoli problemi di salute dei figli, quelli più classici, ma aveva capito che suo figlio Jack aveva qualcosa, non capiva cosa. Lo dicono i medici e lo ripete la Santarelli che non bisogna allarmarsi troppo per ogni cosa ma non bisogna perdere tempo.
Elena Santarelli il tumore di suo figlio Giacomo
“Nella mia vita c’è un prima e un dopo il 30 novembre 2017 – questa la data in cui hanno ricevuto la diagnosi di tumore cerebrale del figlio – allora Giacomo aveva 8 anni, mentre Greta, sua sorella, era nata da meno di un anno. Era un bambino come gli altri, sano e sereno, a un certo punto ha iniziato a soffrire di forti mal di testa e vomito a getto, entrambi frequenti. Sentivo che c’era qualcosa che non andava”.
Da lì è iniziato il loro incubo, ne ha parlato più volte, ha scritto un libro, ha svelato tanto della sua vita privata per aiutare gli altri. “Terrore, ansia e pure rabbia. Sono reazioni inevitabili, ci passiamo tutti, che vanno però smaltite. E l’aiuto psicologico può aiutare tanto”.
Elena prosegue sul Corriere: “Il bambino deve poter vivere il più normalmente possibile, è fondamentale. Deve sopportare dolore, terapie, solitudine. È una valanga di sofferenza, sommata alla paura, per lui, per i genitori, per i fratelli – racconta la sua esperienza ma è la stessa per tutti – Ogni volta che è possibile fare qualcosa di “normale” è ossigeno, è vita, è una dose di energia per poi riprendere cure, controlli, esami, ospedale. Che sia una merenda al bar, una gita fuori porta, un pomeriggio a far qualcosa che gli piace. Va bene tutto. E lo stesso vale per i genitori”. Loro ce l’hanno fatta, sa bene che c’è chi non si salva, non guarisce, non torna a casa. E’ per tutti ma anche per i suoi figli che Elena Santarelli continua a raccontare, a far capire a tutti quanto è importante donare alla ricerca e indagare quando c’è qualcosa che non va.