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Ambra Angiolini si commuove citando le vittime innocenti della guerra che combattiamo ogni giorno in Italia

Il commovente monologo di Ambra Angiolini sul palco del primo maggio: la guerra la combattiamo tutti i giorni anche in Italia

ambra angiolini primo maggio

Si è commossa Ambra Angiolini ricordando tutte le persone vittime di violenza, tutte le persone vittime di una guerra che combattiamo ogni giorno. Perchè come spesso abbiamo detto e scritto su queste pagine, ci facciamo impressionare dai grandi numeri, ci riempiano la bocca con parole importanti ma dimentichiamo quello che accade nelle nostre famiglie, nei nostri paesi, nelle nostre città. E anche in questo senso, il monologo di Ambra è stato un invito alla riflessine. La conduttrice del concerto del primo maggio 2022 ha invitato tutti a riflettere e ha spiegato: “Lo slogan ‘Al lavoro per la pace’ è preciso, puntuale, inconfutabile. Siamo tutti d’accordo. La verità, però, è che questi slogan rischiano un po’ di farci sentire a posto con la coscienza, e diciamo a noi stessi: ‘l’abbiamo urlato insieme e quindi basta’.

E ha aggiunto: ” In realtà serve riflettere più a fondo. Perché è necessario deporre le armi con gli altri e con voi stessi, nelle vostre case, sui posti di lavoro e in strada. Prendiamoci la responsabilità di questo slogan perché non sia solo uno slogan dire ‘a lavoro per la pace’.

La guerra che combattiamo ogni giorno: le parole di Ambra

La conduttrice del concertone nel suo monologo ha aggiunto: “La guerra che combattiamo tutti i giorni è anche Simone Baroni, aggredito e preso a pugni a San Giovanni solo perché omosessuale.”

E ancora: “Un revolver calibro 9 in mano a Lorenzo e Daniel che viaggiano su uno scooter, sparano 3 colpi alla cieca contro Manuel Bortuzzo mentre compra le sigarette in una normale serata.

Impossibile non commuoversi per l’attrice, ricordando che nella guerra che si combatte ogni giorno molto più vicino a noi di quello che pensiamo, siamo tutti responsabili: “La guerra è anche Lucia, Angela Sonia, Caterina, sfregiate, accoltellate, prese a pugni da chi diceva di amarle: i loro fidanzati, i loro amanti e mariti? La guerra è anche Marco Vannini che muore a casa della fidanzata. A ferirlo quasi a morte è stato un colpo sferrato da una beretta calibro 9 , ad ucciderlo la crudeltà di quattro persone che hanno anteposto la loro salvezza alla sua vita. Su questo tutti noi dobbiamo metterci a lavoro per la pace , perché di questa guerra siamo tutti responsabili”.

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